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1595. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Vigevano 1453 marzo 8 Milano.

Francesco Sforza chiede al podestà, al comune e agli uomini di Vigevano di liberare da ogni gravezza i beni che Pasino Vignola ha in quella comunità, considerato il fatto che i beni che ha lì sono beni di Giovannino Barbato, cancelliere ducale, suo genero, dati a Pasino invece del danaro, oltre a considerare che essi erano dalla comunità vigevanese esenti.

[ 346v] Potestati, comuni et hominibus Viglevani.
Come ne rendiamo certi seti ad pieno informati Pasino Vignola, nostro citadino milanese dilecto, era creditore de quella nostra comunità de Viglevano de una bona somma de denari, per lo quale credito essa comunità gli dede in pagamento alcune possessione et case, et secundo luy ne dice, tolse dicti beni invito, perché per luy faceva meglio havere il denaro ch'el terreno; pur, per compiacervi, fece tucto quello volessivo vuy medesmi, donde pare mò ch'el voglia essere constrecto ad pagare et contribuire per le spese occorrano ad quella comunità, como fanno li altri de quella terra. Et perché dicto Pasino se grava de volere contribuire ad tale spese, dicendo luy che questi beni la comunità gli goldeva et teneva exempti et che li tolse invito, ne ha pregato et instato ve lo vogliamo recommandare; et considerato che questi et li altri beni del dicto Pasino sonno como beni proprii de Iohannino Barbato, nostro cancellero, suo genero, et anche perché la sua domanda ne pare assay honesta, ve preghiamo, stringemo et carrichamo vogliati havere per ricomandato dicto Pasino et fare che per quelli beni, cioè case et possessione che ha lì in quella terra, il vogliate fare exempte et immune da ogni spesa, graveza et carricho occorresse ad quella comunità, il che facendolo, ne fareti cosa gratissima et acceptissima. Mediolani, viii marcii 1453.
Zaninus.
Iohannes.