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1653. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1453 marzo 28 Milano.

Francesco Sforza scrive al podestà di Pavia che l'anno passato, quando era a Lodi Vecchio, un famiglio di Guglielmo de Montemurro rubò a Merlino da Cremona, cameriere ducale, una giornea di panno fino con scaglie d'argento, una correza di morello fornita d'argento e un coltello, cose che sa in mano di Stefanino Conte e di Antonino, suo figlio. Vuole che, intesa come è andata, faccia in modo che tutto sia restituito a Merlino.

Potestati Papie.
Essendo nuy, lo anno passato, ad Lodi Vegio per uno fameglio de Guielmo de Montemurro, nostro fameglio, furono furate ad Merlino da Cremona, nostro camorero, una zornea de panno fino ala divisa nostra con scaye de argento, una correza di morello fornita de argento et una coltella; le quale cose, siamo informati, sonno in mano de Stefanino Conte et Antonino suo figliolo, quali stano ala pievetta. Pertanto volimo debiati, havuta questa, mandare per loro et intendere questo facto per modo queste cose se trovino, le quale fati restituire al dicto Merlino, overo ad qualunche suo messo presente exhibitore. Mediolani, xxviii marcii 1453.
Zannetus.
Iohannes.