Registro n. 12 precedente | 1952 di 2324 | successivo

1952. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 maggio 17 Milano).

Francesco Sforza ricorda a Luchina dal Verme e a Filippo Confalonieri la necessità più volte detta, di provvedere al pagamento dei soldati sforzeschi di quanto ancora a loro dovuto dai suoi uomini. Tale ritardo e la negligenza dei suoi risultano di grave danno allo stato ducale perché i soldati, non accontentati nelle loro aspettative, non si possono usare in alcuna operazione, mentre i nemici si uniscono nel Bresciano per attaccare. Da qui l'urgenza di ricuperare il denaro per dette tasse, in modo che anche quei soldati si possano aggregare.

Magnifice domine Luchine de Verme.
Più et più volte havemo scripto ala magnificientia vostra, et eciamdio facto dire a bocha a messer Filippo Confalonero, che volesti dare tal ordine che le dinari dele tasse, quali se debbeno pagare per li homini vostri ali nostri soldati, ali quali sonno assignati siché se ne potesseno valere, et fin qui troviamo che la maiore parte di dicti dinari sonno da exbursare; dela qual cosa ne pigliamo despiacere assai et malcontentamento perché vedemo che per questa tardità, che se usa per la vostra magnificientia et negligentia deli vostri, ne ha a seguire al stato nostro danno et detrimento assai perché, per non essere spazati quelli che debeno recevere questi tal dinari, non li possemmo operare in niuna nostra facenda, che la magnificentia vostra pò pensare qual contentamento debia essere [ 414v] el nostro sentire. Da un canto li nimici essere insieme in Bressana et ali danni dele terre nostre et nuy, per non potere levare le nostre gente, per non essere spazati, per dare succorso ali nostri. Et pertanto per remediare al'avenire al'inconvenienti seguiti, ve confortiamo, preghiamo, et eciamdio, quanto più possemo et sapemo, stringemo et caricamo che vogliati subito, recevuta questa, essere insieme con li vostri et vedere de fare subito recuperare, in qualunche modo più celeri et expedientivo che ve parerà, tucta quella quantità de dinari che se resta dare ali nostri per casone de dicte tasse che tochano ali subditi vostri aciò, siando spazate, se ne possano venire dreto ad nuy verso Cremona, et disponemo prestissime andar fora in Bressana, advisandovi che questa matina havemo facto adviare li nostri standardi et firmare fra Lodi et Pizguitone. Rendemone perhò certi che in questo essa vostra signoria gli usarà bona diligentia, considerato che potete e dovete havere et reputare el bene et male nostro essere cossì vostro como nostro. Siché, perdio, magnifica madona Luchina, vogliatene in questo portarve in modo che non habiamo più casone de scrivere, né molestare per questa materia. Data ut supra.
Iohannes.