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1954. Francesco Sforza al podestà di San Colombano (1453 maggio 18) Milano.

Francesco Sforza esprime al podestà di San Colombano l'indignazione per il rifiuto all'invio gli otto bifolchi perché legittimati a negarli da privilegi concessi. La richiesta, ribadisce il duca, non comporta carico e l'aiuto è pagato. Rinnovi la richiesta fatta per bifolchi, capaci, che il comune, volente o nolente, deve mandare.

[ 415r] Prudenti viro potestati Sancti Columbani, nostro dilecto.
Inteso quanto per la toa ne scrivi dela presentatione te hanno facto quelli homini deli privilegii per nuy a loro concessi, con volersi retrahere, per vigore de quelli, de non mandarne quelli octo bubulci, quali gli rechiedemo, dicemo, respondendoti che non pocho se maravigliamo de questa soa excusatione, perché sanno ben loro che dicti privilegii et exemptione non se extende a tale cosa, perché non rechiedemo dicti bubulci per dare carricho né graveza, né al comune, né (a) a particulare homini, ma li rechiedemo in nostro adiuto con volergli dare il debito pagamento per lo tempo che ne servirano, et non perché el dicto comune ne supporta danno, né spesa. Siché non bisogna fazano questa scusa, la quale non havemo accepta per niente. Cossì de novo te commandiamo che, non volendo esso comune mandare de sua voglia dicti octo bubulci, lo astrenzi ad farnele mandare subito, promittendo tu che gli faremo el debito pagamento et haverai advertentia in farne mandare homini che siano apti et aprovati al mestero del carrezare. Mediolani, ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue ha depennato.