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2037. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 giugno 3 "apud Senigam").

Francesco Sforza ribadisce a Luchina dal Verme di porre fine alla controversia tra un contadino e Antonio, espenditore generale, la cui famiglia gestisce da ottant'anni la possessione. Siccome il contadino è aizzato dal podestà di Castel San Giovanni, località ove si trova tale possessione, il duca le chiede di intervenire presso lo stesso podestà.

Suprascripte domine Luchine.
Per altre nostre, date a xxiiii del passato ve scrissemo e confortassemo assai che volesseno mettere silentio a quello contadino, qual voleva turbare (a) Antonio, cancellero, nostro generale expeditore, in una possessione quale già anni ottanta o circha à goduta luy e li precessori soi per li respecti e iustificatione alegate in esse nostre littere. E sentendo noi ch'el vostro podestà da Castel Sanzuane, sotto la cui iurisdicione iace la dicta possesione, circha pur tirare la causa in piado e turbare el prefato Antonio, iterato ve confortiamo e caricamo quanto più possemo che vogliati far mettere fine a questa cosa, scrivendo talmente al vostro podestà che più non dagha oregie a quello contadino contra la honestà, avisandove che, quando per (b) voi non lo volesse fare gli remediaressemo nuy. E pur ne pare meglio che voi gli remediati, e cossì vogliati fare. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue nostro generale depennato.
(b) Segue luy depennato.