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210. Francesco Sforza agli abati, ai prelati e al clero pavese 1452 febbraio 21 Milano.

Francesco Sforza scrive agli abati, ai prelati e al clero pavese, esenti e non, perché tutti, eccezion fatta per il vescovo e la Certosa, gli facciano avere al più presto la somma di 1190 ducati d'oro, lasciando a loro ripartirne il carico.

Dominis abbatibus et prelatis ac toti clero Papiensi exemptibus et non exemptibus.
Benchè a dì passati non haressemo rechesto ad voi tuti prelati et abbati et chiericato dela citade et diocesi del Pavesi la nova subventione, la quale ascende ala summa de ducati mclxxxx d'oro in contribu(t)i ciascuno de voi, abbati et prellate, da per sè et li altri del chierigato per sè, exceptando fuora monsignore lo vescovo et la Certosa tamen, perché havemo inteso che questo saria nova cossa et inusitata per lo tempo passato per la bona memoria del'illustrissimo quondam signore nostro padre et socero colendissimo et implicarà contraditione assai, siamo reducti et restati contenti che la dicta subventione de ducati mclxxxx se meta generalmente fra tuti al modo usato, et cosi per le presente vi confortiamo, stringemo et caricamo [ 42v] che vogliate et debiate fare la debita compartitioni fra voi tuti, excepti ut supra, deli dicti dinari et meter in modo et forma oportuni ad faregli rescoderi che se ne possiamo agiutare et valeri de presente ad quisti nostri bisogni. Et in questo non sii erore né mancamento alchuno per quanto havite cara la gratia nostra. Data Mediolani, die xxi februarii MCCCCLII.
Christoforus de Cambiago.
Cichus.