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246. Francesco Sforza al podestà di Lodi 1452 febbraio 28 Milano.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Lodi intervenga perché Santo da Roma, macellaio di corte, abbia quanto gli spetta se è vero che ha dato a Azino da Vergnanica delle bestie per le quali Azino, pur avendole vendute, non gli ha dato un soldo.

[ 49r] Potestati Laude.
Sancto da Roma, beccaro dela corte nostra, ci ha facto dire che havendo luy già più dì assignato una quantità de bestie da carne ad Azino da Vergnanica de quella nostra città per vendere et che havendole vendute non gli ha exbursato li denari como doveva, anzi li ha convertiti in suo uso et nega di darglili de presente per non potere, che seria non poco detrimento et damno al dicto Sancto, il quale ne rechiede gli fazamo fare ragione. Per la qual cosa volimo et vi commectimo che, havuta prima informatione che cossì sia, constrenzati el dicto Azino ad farli el devere per ogni remedio de ragione ad ciò ch'el dicto Sancto per essersi confidato de esso Azino non venga a supportare damno e detrimento. Data Mediolani, xxviii februarii 1452.
Iacobus.
Cichus.