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425. Francesco Sforza al podestà e ai presidenti agli affari della città di Pavia 1452 aprile 13 Milano.

Francesco Sforza ingiunge al podestà e ai presidenti agli affari della citta di Pavia di osservare quanto convenuto con gli ebrei e di non fare novità alcuna. Il duca comunica che l'ebreo Martino si era lamentato che il vicario del podestà voleva portasse un contrassegno ed era contrario che allattasse un suo figliolo, nonostante la licenza del vescovo.

Spectabili ac nobilibus viris potestati ac presidentibus negociis communitatis Papie dilectis nostris.
Dilecti nostri, l'è venuto da nui Martino ebreo in quella nostra città lamentandose che per lo vicario de ti, potestà, et per quella communità gle sonno facti alcuni stranii sopraventi et, tral'altre cose, vole essere astrecto a portare [ 96r] certo segno et gl'è inibito el lactare uno suo figliolo, contra el tenore et dispositione di capituli per nui concessi et confirmatigli per quella communità. Et nonobstante la licentia de lactare el pucto quale ha dal reverendissimo monsignore el veschovo, et perché el patre è stato in quella città circha deceocto anni et non gl'è facto novità alcuna, non ne pare per questo et per li altri respecti dicti de sopra, non gli debbia essere tentato cosa alcuna.
Pertanto ve commectiamo et volemo che gle debiate fare observare li dicti capituli et non tentarli cosa alcuna contra d'essi et l'usato, immo revocare ogne novità facta contra de lui et de suoi per questa casione. Mediolani, die xiii aprilis 1452.
Irius.
Cichus.