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1066. Francesco Sforza a Rainaldo de Dresnay 1453 gennaio 17 Milano

Francesco Sforza dice a Rainaldo de Dresnay che, in merito alla lettera mostratagli da Abramo Ardizzi con le istruzioni, ha deliberato di non trattare con il Re a sua insaputa. Lo ringrazia per aver inviato un messo dal Re a preannunciargli l'arrivo di Abramo. Riguardo al comportamento di quelli da Incisa, a dispetto del salvacondotto concesso dal duca, si dice stupito che abbiano fatto prigionieri quelli che portavano la roba, sebbene siano stati avvertiti che il Dresnay può decidere a suo piacimento. Gli acclude la lettera con cui chiede a detti marchesi di rilasciare subito i prigionieri e di restituire la roba presa.

[ 391v] Magnifico tanquam fratri et amico nostro carissimo domino Raynaldo de Dresnay militi, regio locontenenti ac gubernatori Astensi.
Havemo recevuto lalittera della magnificentia vostra de dì x del presente et veduto quanto per quella ne scriveti della venutalì de Abraam delli Ardicii, nostro famiglio, et della instructione aluy data che ve ha monstrata, per la quale ne rengratiati, et cetera. Respondendo breviter al tucto, dicemo che Abraam ha facto bene ad monstrarvi dicta instructione, secondo gli comissemo. Del rengratiare ne fala magnificentia vostra perché ve l'habiamo facta monstrare, non è necessario perché sempre semo stati e saremo molto più per l'avenire de questa ferma opinione che la prefata magnificentia vostra non habia minore piacere e consolatione de ogni nostra exaltatione e bene, et augumento del stato nostro che nuy medesmi. Imperhò havemo deliberato non tractare, né fare cosa alcuna cum la serenissima mayestà del re de Franza senza saputa e participatione vostra.
Piacene ancora, e summamente rengratiamo la magnificentia vostra del messo vostro mandato alla prefata serenissima mayestà per fare dare introdutione et expeditione ad esso Abraam, similmente del recordo aluy facto ch'el (a) vada meglio impuncto et honorevole ch'el possa per honore nostro.
Alla parte che la magnificentia vostra ne scrive sotto uno salvoconducto nostro essere stato preso alcuni presoni et tolta certa robba per li marchesi de Incisa, et cetera, ne rencresce e dole e maravegliamosi grandemente che habiano facto simile mancamento, essendo maxime avisati et admoniti da nuy essere nostra totale intentione che la magnificentia vostra possa fare e desfare, commandare e desponere in quelle parte de ciò gli havemo, quanto la persona nostra propria. Et per l'alligata gli scrivemo debiano, per quanto hanno cara la gratia nostra, subito relassare dicti presoni e restituire integramente ogni roba sotto esso salvoconducto; siché la magnificentia (vostra) gli la porrà mandare. Data Mediolani, xvii ianuarii 1453.
Iacomo Rivoltella.
Iohannes.


(a) Segue fo do depennato.