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1098. Francesco Sforza a Moretto da Sannazzaro 1453 gennaio 23 Milano

Francesco Sforza, alla minaccia che il condottiero ducale Moretto da Sannazzaro gli scrive: o denari o la diserzione, replica che né lui né i suoi uomini hanno motivo di lagnarsi più degli altri e crede che tale minaccia proviene, non da lui, ma dai suoi uomini, che se abbandonando il fronte si portano nel Pavese o altrove, troveranno delle forche pronte per la loro esecuzione.

Spectabili militi domino Moreto de Sancto Nazaro, armorum ductori nostro dilecto.
Havimo havuto unalettera per la quale ne scriveti ve vogliamo provedere de dinari, o per altra via, acciò possiati substentare li vostri perché, non facendolo, et vuy e li vostri ve ne andareti a casa, et cetera. Alla quale respondendo, ce maravegliamo et dolemo de vuy che ne scrivati cossì, perché sapiamo molto bene che né vuy né li vostri non haveti più casone delamentarvi como li altri. Credemo perhò che vuy non ve siati mosto a scrivere questo, ma che li vostri siano casone de farvi scrivere cossì, ma ve fazamo questa conclusione che, se alcuni delli vostri homini d'arme se parterano delì et venirano in Pavese, o altrove, nel territorio nostro, tucti li faremo impichare par la golla. Mediolani, xxiii ianuarii 1453.
Irius.
Cichus.