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120. Francesco Sforza a Niccolò da Palude 1452 gennaio 28 Milano

Francesco Sforza, rispondendo a Niccolò da Palude, gli fa sapere che per il fatto che Giacomo Biglia goda della possessione già di Giacomino da Palude che il duca ha donato a lui e ai suoi fratelli, ammette di non capire perché Biglia sostiene di essere d'accordo con suo fratello Daniele. Quanto ai detti suoi fratelli che vorrebbero essere assunti ai servizi ducali, lo Sforza osserva che le troppe spese gli impediscono di accontentarli. Lamenta la lentezza di coloro che beneficiano delle licenze delle biade in quanto non le cavano nei termini fissati nelle licenze: faccia, quindi, una grida che avverta chi ha la licenza per condurre biade entro 15 giorni che, a termine scaduto, ogni licenza è revocata. Rispetti ciò che è stato concesso a Biagio Assereto e a Facino Ragio. Osservi, infine, per i denari del carro quello che è stato stabilito.

[ 38v] Nicolao de Palude.
Inteso quanto ne scrivi per toe, te respondemo, et primo, alla parte de Iacomo Biglia, quale dici goldi la possessione che fo de Iacobino da Palude, che havemo donata a ti et alli tuoy fratelli, che non sapemo che facte in questo, perché luy dice essere d'acordio cum Daniel, tuo fratello. Delli tuoy fratelli, quali voriano essere alli nostri servicii, dicemo faressimo volontera cosa ve fosse grata, ma se troviamo al presente tanto gravati de spesa che non poressimo anchora servirgli né compiacerli, perché ne bisognino per toglierne viala spesa de quelli soldati havemo dentro in Alexandria. Delle licentie delle biave, dicemo che ti in questo te sey portato molto lentamente, perché devi admonire ogniuno che devesse cavare le biave in el termino contento in le loro licentie, et cossì volimo, visis presentibus, faci fare una crida che qualuncha ha licentia de tracta de biave fra xv dì. Da poy, factala crida, ognuno l'habia cavata perché, spirato lo dicto termino, tucte le licentie se intendeno essere spirate et revocate. De misser Biasio Assereto et Facino Ragio siamo contenti gli observi quello gli è stato concesso. Delli denari del caro, sforzati exequire presto quanto te è stato scripto et ordinato. Data Mediolani, die xxviii ianuarii 1452.
Cichus.