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1228. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1453 marzo 3 Milano

Francesco Sforza scrive a Sceva de Curte, consigliere e oratore ducale presso il doge di Genova, che gli risponde soffermandosi solo sulla faccenda della sicurezza nel trasporto del sale e in particolare su quanto Paolo Imperiale ha affermato che vorrebbe soldati sforzeschi a Ovada, Gavi, Novi e Pozolo. Vuole che lui, Sceva, si intenda con il doge e gli faccia designare i punti che gli paiono adatti per tale sicurezza, perché il duca vi manderà la compagnia di Graziolo da Vicenza da includere, per scanso di equivoci, nel novero dei tremila cavalli destinati alla impresa del Monferrato.

Spectabili militi ac legum doctori dilecto nostro domino Sceve de Curte, consiliario et oratori nostro ad illustrem dominum ducem Ianuensem.
Havemo recevuto una vostralettera de data xxvi del passato et inteso quanto scriveti; domane o l'altro responderimo distinctamente a tucto. Solo per questa responderimo alla parte scrivete che quelli citadini, quali (a) hanno facto la fede del sale, et cussì ancora ha dicto Paulo Imperiale se contentariano che nuy mettessemo alcuni delle nostre gente in Ovada, Gavi, Novi et Puzolo per assecuratione delle strade, per respecto alla conducta del sale, che vogliati essere cum lo illustre signor duxe, et che ve faza deputare li luochi che alla soa signoria parerà capaci et idonei per dicta casone, che gli mandarimo là la compagnia tucta de Gratiolo da Vicenza, ma intendative che non habia essere errore, perché intendimo che le dicte gente e compagnia se intenda essere et includere (b) nel numero delli iii mila cavalli che se lassarano et deputarano alla (c) impresa contra quelli de Monferrà, et vogliati subito avisarne dove debiamo mandare dicta compagnia, che subito sarà mandata dove ne scrivereti sia ordinato che vadano, et avisatice chiaramente, intendendovi, como havimo dicto, che non sia errore, et vogliati fare mandare lalettera ad Gratiolo, che sia receptato dove sarà ordinato che luy gli andarà, perché cossì gli havemo scripto. Ex Mediolano, iii marcii 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.


(a) quali in interlinea.
(b) et includere in interlinea.
(c) Segue alla depennato.