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228. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria e ad Antonio Guidobono 1452 marzo 2 Milano

Francesco Sforza, visto quanto ne scrivono Giovanni da Alessandria e Antonio Guidobono nonché Battista Fieschi, constatate le difficoltà di giungere a una soluzione della questione della commandaria dal Castellazzo, intende si sentano le ragioni di entrambe le parti. Vuole, perciò, che Giovanni e Antonio si trovino con Battista e lo sollecitino ad andare o a mandare dal duca qualcuno ad esporre le proprie ragioni; altrettanto facciano con l'altra parte in modo che il duca abbia una chiara idea della faccenda e le dia una fine.

Domino Iohanni de Alexandria et Antonio de Guidobonis.
Inteso quanto ne scriveti vuy per vostre littere, et quello ne scrivi misser Baptista dal Fiescho circha il facto della commandaria dal Castellazo, ve respondemo che nostro desyderio è de mettere fine a questa cosa, et cossì havemo tentato de farglilo mettere, ma trovamo non poterse con honestà et rasone, senza intendere et vedere le rasone de ambe le parte. Pertanto vogliative trovare con dicto domino Baptista et dirgli tucte queste cose per nostra parte et confortarlo ad venire o mandare qui con le rasone soe perché, sapendo noy che gli voglia venire o mandare, admoniremo l'altra parte che ancoraley vegni o mandi con soe rasone. Et quando luy et [ 69v] la parte soa adversa seranno qui, faremo vedere et intendere tucte le rasone et daremo a questo, tale fine, como desyderamo, che se porrà contentare, né l'una parte né l'altra se porrà iustamente lamentare. Data Mediolani, die iii marcii 1452.
Marchus.
Cichus.