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313. Francesco Sforza a Brancaleone de Lercario 1452 marzo 24 Milano

Francesco Sforza scrive al genovese Brancaleone de Lercario che tante volte gli ha parlato dei danari che gli deve, ma, per i molti impegni, non vi ha mai provveduto, anche se non ha mai dimenticato i suoi fedeli comportamenti. Gli attesta che ora ha fatto assegnazione sull'imbottato e di ciò gli darà pure informazione il suo cancelliere Andrea.

[ 96v] Nobili carissimo nostro Branchaleoni de Lercario, civi Ianuensi.
Quantunche più fiate ne sia stato scripto et recordato el facto deli denari, quali deveti havere, et per noy non gli sia facto altra provisione, non resta perhò che la volontà et dispositione nostra non sia stata bona et totaliter inclinata a fare il debito, perché sapiamo molto bene l'amore che ne portati et li fideli deportamenti in le cose nostre, meritare questo, et maiore cosa da noy, et nostra intentione è con el tempo de remunerarvi deli servicii da vuy recevuti, male grande occupatione, quale havemo havuto fin a qui, ne hanno facto dementicare li facti vostri, et sonno state casone de retardare questa provisione. Pur l'havemo facto fare de presente et ve ne havemo facto opportuna et valida assignatione sopra l'imbotate de questo nostro ducato de Milano, per modo che omnino, veneriti omnino ad consequire il vostro devere, del che ve ne havemo voluto advisare, como etiamdio ve advisarà ser Andrea, nostro cancillero. Data Mediolani, die xxiiii marcii 1452.
Irius.
Cichus.