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519. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Alessandria 1452 giugno 20 prope Quinzanellum

Francesco Sforza dice al podestà, al comune e agli uomini di Alessandria di aver appreso che la gente del marchese e di Guglielmo del Monferrato, oltre a fare scorrerie, si è impossessata di terre sforzesche contro ogni equità, anzi, e peggio ancora, dando a divedere il contrario. Cosa, che ad altri parrà molto dannosa, ma di cui egli fa pochissima stima. Sconteranno sia il marchese che Guglielmo, come hanno scontato i Veneziani. Confessa che, per non avere creduto alla guerra con quelli del Monferrato, è stato colto di sorpresa, ma prepararsi alla guerra sarebbe stata una dimostazione di non reale volontà di pace.

[ 174r] Domino potestati, comuni et hominibus civitatis Alesandrie.
Havimo inteso le novitade facte in quelle nostre parte di là per la gente del marchese et del signore Gulielmo, sì in fare correrie como in apprehendere dele nostre terre contra ogni ragione, honestate et equitate, senza difidarne, né senza havere nuy con loro alcuna voluntà, né oppinione de guerra, imo quod deterius est, cum dare ad nuy et ali nostri bone parole et speranza de non volere con nuy guerra alcuna. Dela qual cosa, quantunche a chi non intende il facto nostro forse pariria ne dovesse essere molto damnosa, nuy ne facimo pochissima stima, perché havimo il modo da provedere a quelle cose in forma scontrarà altro, como è scontrato a Venetiani, li quali, como doveti havere inteso, havendone rocto guerra et lo loro exercito corso fina a Milano, in pochi giorni, non sollo gli havimo facto (a) levare de quella impresa, ma gli habiamo tirati a casa sua et toltogli fino adesso più che li duy terzi del Bressano, et loro reducti in loco non se partirano da nuy senza ragione cognosciuta, como dali citadini vostri medesimi che l'hano visto, poreti essere informati. Siché, quando ne he bastato l'animo ad opprimere tanto exercito, doveti essere certi anche ne basterà l'animo ad defendere quello paese et dal marchese et dal signore Gulielmo et fargli intendere molto presto che se hanno tirato uno contrapeso ale spalle, il magiore che gli havesseno may et che non haveranno tolto terra, né facto damno alcuno, che non gli faciamo molto bene restaurare del doppio, né may fina che vivemo se dementi(c)aremo talle iniuria, anzi per ogni via cercaremo farne talle vendeta che tuto il mundo cognoscerà loro havere patito debito restauro del suo mal fare. È vero che per non credere de havere guerra con loro, sì perché de natura nostra siamo amatori dela pace sì, come è dicto, per la speranza sempre ce ha data il marchese de non volere che le sue terre ce facessero guerra, ne ha colti uno pocho improvisti, che lì non havemo facte le provisione haveressemo facte et che ad nuy erano facilissime a fare et questo per dare mancho spesa et disconcio ad quelli nostri subditi fosse possibile, perché cognoscevamo molto bene che non potevamo mandare di là gente grosa per defendere tuto quello paese che non fusse la disfactione de quelle parte, et ad mandarne tante che fussero state sufficiente ad campigiare et ad mangiare laroba del compagno, saria stato uno demonstrargli et ad loro et ad ognuno che nuy cercavamo la guerra, non loro, che era tuto contrario ala nostra oppinione. Ma poy che cosi è et che dal canto nostro milita ogni iustitia et che ad tuta Italia è manifesto che nuy non habiamo cercata questa guerra, anzi per ogni via cercatala pace, ne sforzarimo hormay fare talle provisione che gli faremo tenire la briglia in mano, et che non voriano havere incomminciato questo ballo. [ 174v] Siché vi confortiamo ad stare di bona voglia perché subito vi farimo sentire talle novelle che may non havessimo le megliore, et che intendereti che ad uno tracto vinceremo et di qua et di là, certificandove che ad questa volta cognoscerimo chi ne haverà amato et chi non, et faremo tale tractamento per chi ne serà stato fidelle et chi li haverà havuto più caro nuy che uno poco de biava, che intenderano non siamo ingrati et farimo tale provisione et retributione di damni havrano patiti che meritamente se porane chiamare contenti. Ex castris nostris felicibus apud castrum Gonellarum, die xx iunii MCCCCLII.
Cichus.


(a) Segue leverare depennato.