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748. Francesco Sforza a Raynaldo de Dresnay 1452 ottobre 1 apud Lenum

Francesco Sforza ringrazia Raynaldo de Dresnay, regio luogotenente generale e governatore di Asti, per i progressi militari avuti e per l'attacco portato alla rocchetta del Tanaro e lo informa di essere a conoscenza dei rapporti di Pietro da Pusterla con Guglielmo di Monferrato. Gli chiarisce che l'iniziativa è partita da Guglielmo, di cui il duca ha saputo da Lanciloto Bosso, referendario di Alessandria; il duca ha detto a Lancillotto di andare con Pietro da Pusterla da Dresnay e di riferirgli tutto. Tutti coloro che sono nell'Alessandrino devono comunicare a Dresnay ogni cosa, considerato che la mossa monferrina non è dettata da volontà di pace ma dal timore di perdere lo stato. Dall'acclusa copia della lettera che Guglielmo ha inviato a Pietro da Pusterla potrà intendere la risposta del duca alle proposte di Guglielmo. Conclude dando notizia che è a Leno, e che i nemici sono a tre miglia da Bagnolo e a dieci da Brescia.

[ 269r] Magnifico tanquam fratri (a) et amico nostro carissimo domino Raynaldo de Dresnay, militi regio locontenenti generali et gubernatori Astensi.
Magnifice tanquam frater et amice noster carissime, per lettere del'egregio et venerabile homo misser Aluyse capellano regale et de Iob da Palazo nostro fameglio de dì xxv del passato, date in Maxo, restamo copiosamente advisati delli progressi della magnificentia vostra et della roptura della guerra contra el marchexe et signore Guilielmo de (b) Monferrà, del damno aloro facto et della deliberatione presa de fare el primo assalto alla rochetta de Tanero (b), et deinde seguire alla recuperatione delle altre nostre terre. Et appresso havemo veduto sì per littere delli predicti sì per quello ne hanno scripto continuamente, et tuctavia scrivemo li nostri sonno in (c) Alexandrina con quanta optima volontà, dispositione e solicitudine se move essa vostra magnificentia in prosequire quella impresa in favore et sublevamento del stato nostro. Del che havemo preso sommo conforto et consolatione et ne rengratiamo quanto più sapemo e possemo la prefata magnificentia vostra et seremo per sempre alli dì nostri obligatissimo, primo alla sacra mayestà del Re de Franza, et deinde alla magnificentia vostra, perché vedemo et intendemo che, con parole et con facti, ella non fa altramente per lo stato e bene nostro che facemo nuy medesmi. Pregamo adonche l'altissimo Dio che ne presti gratia, che possiamo de tanta carità et humanità usata verso nuy renderne li debiti meriti alla prefata mayestà del Re et alla prefata vostra magnificentia, secondo desydera il nostro cuore et è la nostra ferma intentione.
Appresso, per le littere delli predicti domino Aluyse e Iob, havemo etiamdio inteso como la magnificentia vostra ha preso alquanto admiratione che non siate stati advisati della pratica, che novamente ha cercata el signore Guilielmo, de venire ad accordio cum nuy per lo mezo de Petro da Pusterla; il perché vogliamo la magnificentia vostra sia advisata punctalmente como è passatala cosa. El è vero ch'el dicto signore Guilielmo rechiedete il dicto Pedro de volerli parlare et cossì luy, siando rechiesto, gli andò a parlare; et inteso ch'el hebbe, ne mandò subito a dire per uno Lanzaloto Bosso, referendario nostro in Alexandria, quanto el dicto signore Guilielmo gli dixe, non havendo luy advertentia de notificare el tucto, como debitamente doveva fare cossì a vuy como fece a nuy. La rechiesta d'esso signore Guilielmo fo questa: ch'el ne rechiede prima de parentado, deinde volere essere alli nostri servicii et favori cum la persona, et ultimo volere retinere in sé le terre nostre ch'el tene occupate del'Alexandrino. Et per remandare indrieto el dicto Lanzalocto [ 269v] cum la nostra resposta, li commettessemo primamente ch'el dicto Pedro insieme cum luy dovesseno transferirse dalla magnificentia vostra con nostre littere credentiale ad notificarli la rechiesta del dicto signore Guilielmo et resposta nostra, perché vogliamo ve rendiate non solo certo, ma certissimo, che l'è firma nostra intentione de non fare cosa alcuna né venire ad accordio alcuno cum li dicti signori de Monferrà, senza participatione, conseglio e parere della magnificentia vostra et etiandio con la volontà et saputa della prefata mayestà del Re de Franza. Et cossì havemo expressamente commesso ad tucti quelli nostri sonno in Alexandria che de ogni occorrentia che haverano, tanto de questa praticha quanto de ogni altra cosa, debiano communicarne con vuy et seguire in ogni acto el parere (d) et volontà vostra e non altramente, como la nostra propria persona; avisandone che nuy cognoscemo molto bene che quando li dicti signori de Monferrà dicano davero de volere venire ad accordio cum nuy, elli non gli vengono miga per bona volontà che habiano de venirli, ma gli vengono per lo favore che vedeno ne dà la mayestà del Re et per timore che hanno de non perdere il stato, benché nuy siamo de opinione che tucte queste demonstratione che usano de volere venire ad accordio, le fanno per arte, ad fine de farne retrare ad non seguire la guerra contraloro et mettere etiandio qualche divisione et differentie frala mayestà del Re et della vostra magnificentia et nuy, che semo certi che non gli reusirà el suo iniquo pensiero et designo. Et perché intendati quanto el dicto signore Guilielmo è bene disposito verso la prefata mayestà del Re de Franza, ve mandiamo qui inclusala copia de uno scripto ch'el dicto signore Guilielmo ha mandato mò ultimatamente al dicto Pedro da Pusterla, della quale copia ve pregamo non ne vogliate fare mentione cum persona alcuna, salvo se non volesti dare adviso alla mayestà del Re; et questo dicemo per respecto del dicto Pedro, perché porria havere a male quando sentesse che questo scripto fosse andato in altre mane che le nostre. Et acciochè ancora per questa nostralettera intendati la resposta havemo mandata a fare al dicto signore Guilielmo, non obstante che per lo dicto Pedro e Lanzaloto ne sareti stato advisato secondo la commissione nostra, ve [ 270r] advisamo che del parentado et etiandio del condurse con nuy mandassemo a dire che restavamo contenti, ma che delle terre non ne volevamo fare niente, perché questa non seria nì bona parentella nì bona amicitia, attento che luy staria sempre in sospecto che nuy non gli togliessemo le terre nostre ch'el teneria delli membri de Alexandrina; et nuy ancora, dal'altro canto, staressemo in continuo dubio ch'el non ne togliesse Alexandria.
Et che nondimanco, perché nì loro né veruna altra persona podesseno may dire che nuy non vogliamo pace nì accordio alcuno cum li dicti signori, et che desyderamo la guerra per ambitione et cupidità che havessemo de torli el stato et de farli cum lo brazo et favore ch'el ne dà la prefata mayestà, che Dio sa quanto l'animo nostro (e) è lontano da tale desyderio et apetito, perché vorressemo volontera goldere el nostro, et che cossì ogniuno goldesse el suo et stesse contento alli termini suoy, nuy restamo contenti ch'el facto de queste terre se mettesse in le mane et arbitrio d'essa mayestà del Re, perché sempre restaremo a tucto quello che ella deliberarà. Questo è quanto è seguito fine in questo dì in questa pratica; et se altro de novo gli serà, ne sareti continuamente advisati.
Delle cose de qua ve advisamo como nuy semo qui aleno presso lo campo inimico, a tre miglia quale è Bagnolo et presso Bressa a dece miglia; et se li tempi contrarii per le multitudine delle aque non fusseno state, seressemo seguiti a fare delle altre cose. Speramo nondimanco lo tempo se acconzarà et con lo adiuto de Dio speramo farvi sentire delle novelle ve piacerano, inanzi che passano troppo dì. Pregamo la magnificentia vostra ad advisarne se ella ha cosa alcuna degna de adviso dalla mayestà del Re et cossì delli suoy progressi de Alexandria; et cossì bisognandovi o parendovi che fazamo più una cosa como un'altra, perché sempre faremo quello cognosceremo serà la volontà della mayestà del Re, et seguiremo el parere et conseglio vostro. Ex castris nostris felicibus apud Lenum, die primo octobris 1452.
Iohannes Antonius.
Iohannes.


(a) fratri in interlinea.
(b) In A del con l depennata.
(c) sonno in in interlinea.
(d) Segue vostro depennato.
(e) Segue e l'animo nostro depennato.