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1379. Francesco Sforza al referendario di Parma 1453 febbraio 10 Milano.

Francesco Sforza scrive al referendario di Parma circa il rilasci di quelli di Pellegrino, anche se il referendario gli ricorda che non erano detenuti per il sale, ma per il mancato pagamento di ventiseimila lire concordato lo scorso anno dai Parmensi con il duca, e a cui, secondo i Parmensi, sono tenuti, esenti e no. Il duca replica che per ville esenti si debbono intendere quelle che prendono il sale a Parma a sei denari la libra, mentre le ville unite al marchesato di Pellegrino, non sono tenute a tale composizione perché sono tassate insieme al marchesato e pagano il sale in ragione di quattro lire a staio.

[ 340r] Referendario Parme.
Havemo inteso che hai relassato quelli da Pellegrino in executione de nostre lettere, date a xii del passato; de che restiamo contenti. Ma perché tu dice che dicti homini non erano destinuti per casone de sale, ma per la compositione de libre xxvi mila, quale feceno Parmesani con nui l'anno passato, ala quale essi Parmesani dicono che exempti et non exempti debono contribuire; et dicemo che ad nui pare che le ville del Parmesano unite con el marchesato de Pelegrino non debiano contribuire alla dicta conpositione, perché se debbe intendere dele ville exempte, quale hanno conmodità de torre el sale apParma a raxone de sei denari la libra, et le ville unite con el marchesato hanno la taxa soa insema con esso marchesato et pagano el sale a raxone de libre quactro el staro. Et se bem fosseno facte assignatione de quilli denari toccheno alle dicte ville, a Parmesani tocha a suplire, perché debbeno fare el conpartito tra quelli sonno obligati appagare, siché hai a provedere che dicti Parmesani paghino quello tocha alle ville predicte. Ex Mediolano, die x februarii 1453.
Irius.