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1505. Francesco Sforza a Cosimo de Medici 1453 marzo 12 Milano.

Francesco Sforza, inteso dall'inviato dal doge di Genova l'istanza di avere i denari dei cinquecento fanti "della piaza", chiede a Cosimo de Medici di provvedere alla richiesta per ovviare a qualsiasi impedimento a quanto lì è necessario. Lascia a Diotesalvi il compito di informarlo dei fatti di Genova. In simile forma, con le dovute variazioni, si è scritto a Bernardo Giugni e a Diotesalvi.

Cosme de Medicis.
Magnifice tanquam pater cariissime, credemo, per lo mandato dal'illustre signore meser lo doxe de Zenoa, la magnificentia vostra haverà inteso la domanda et instantia fa lo prelibato illustre signor doxe de havere li denari delli v cento fanti della piaza, el quale ancora ad nui de 30 ne ha scripto caldissimamente. Pertanto, per levar via ogni impedimento delle provisioni et subscidii se hanno affare lì, vogliati operarvi et cum quelli excelsi signori et cum chi ve parerà che dicto illustre meser lo doxe habbia ad esser facto contento con effecto et che dicto suo mandato habia a ritornare satisfacto.
Et de questo ve ne pregamo, carrichamo et stringemo quam più possemo. Delli facti de Zenoa non ve scrivemo altro, perché da Diotesalvi, quale [ 368v] è informato de tucto et dal mandato là del'illustre meser lo dose et poi ultimatamente da Piero Cotta, quale mandiamo là, la magnificenza vostra intenderà el tucto. Se altro haverimo ne sarrite avisato. Mediolani, die xii martii 1453.Ser Iohannes.
Cichus.
In simili forma, mutatis mutandis, scriptum fuit videlicet: spectabili militi domino Bemardo de Giugnis et spectabili Deotesavio.