Registro n. 14 precedente | 1779 di 1952 | successivo

1779. Francesco Sforza a Gandolfo da Bologna 1453 maggio 19 Milano.

Francesco Sforza risponde a Gandolfo da Bologna di sollecitare le genti d'arme a passare di là dal Po, non accettando la scusa per non essere, dopo molti solleciti, riuscito ad ottenere di pagare Fioravante, addebitando il tutto alla sua negligenza. Ha convocato il vescovo, ma non per questo non deve fare quanto gli spetta perché a Ludovico ha confermato che si deve pagare. Gli comanda di muoversi personalmente per il ricupero del danaro, vista la gravità della situazione. Gli manda il cancelliere di Fioravante con l'ordine di portare al duca il denaro.

[ 434r] (a) Gandulfo de Bononia.
Havimo ricevute toe lettere de data xii et xv del presente et inteso quanto per quelle scrivi. Et primo, circha al solicitare de quelle nostre gente de là che passino Po, et cetera, dicemo che se mai usasti diligentia alchuna vogli usarla al presente, che senza alchuna tardità vogliano tucte quelle gente aviarse, secondo per altre te havimo scricto.
Alla parte della scusa fai de non havere facto spazare Fioravante, come per altre nostre te havimo scricto, dicemo che (b) grandissimamente ne maravigliamo de ti che credevamo, havendote facto scrivere tante lettere quante havemo, et mandadote a dire a bocha per più nostri messi che fosseno mò più dispazati et che se dovesse adviare cum li altri, che non sapemo de que proceda, salvo che dalla negligentia (c) toa, che ne dole fino al core, atento quanto importa tal tardità, di che de novo per questa te dicimo et conmandamo, per quanto hai cara la gratia nostra, che debbie exigere fra quactro dì al più longo le taxe ad nui debite, et fa' che subito, senza più rescrivere, dicto Fioravanti sia integramente spazato per quella più fittabile et expediente forma che te parerà, advisandote che nui havimo mandato per domino lo vescovo che vengha da nui. Niente de mancho non pretermettere de fare le executione toe et quanto hai ad exequire, avisandoti insuper che cum domino Iohanni Ludovico, quale ha mandato da nui, havemo chiarito che paghi, et cussì è restato de pagare, siché fa' che ognuno faza el debito et dà celere expeditione ad quanto te habiamo conmesso et scricto, settu dei essere da nui de diligentia conmendato. Et vogli andare ti in persona per tucto che, considerato il pericolo de tal tardità et quanto importa al stato nostro, non gli doveresti obmectere cosa alcuna, certificandoti che non usando quella diligentia debita che importa la cosa, lo imputarimo ad ti et non ad altri, avisandoti che nui rimandiamo questo cancelero de Fioravanti indrieto che ritorni da ti, al quale habiamo dicto che subito ritorni qua da nui con lo integro spazamento. Mediolani, 19 maii 1453, hora ii noctis.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Precede l'intestazione Teseo. Segue Como per un'altra te scrissemo, ali dì passati ne fece... depennato. A margine: Vacat depennato.
(b) che in interlinea.
(c) Segue soa depennato.