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234. Francesco Sforza ad Andrea Fulgineo 1452 febbraio 21 Milano

Francesco Sforza scrive ad Andrea Fulgineo di aver inteso dell'arrivo dell'amico e della decisione sua di portarsi a Fiorenzuola per la cattura del prete e ringrazia quanto fin allora fatto lui e Orlando. Con le allegate scrive al castellano di Fiorenzuola e di San Donnino perché accolgano i malfattori che manderà loro. Ha riscritto poi al commissario di Parma di non venire a Milano ma di intendendersi con Andrea a cui affida il compito di decidere sul da farsi nella presente situazione.

Ser Andree de Fulgineo.
Havimo recevuto la tua lettera de dì 19, ad hore iiii de nocte del presente, data ad Monticelli, et bene inteso tucto quello ne scrivi dela vinuta lì del'amico et del parlamento hay havuto cum luy et col magnifico Orlando et del'ordine havevi preso de andare ad Fiorenzola per havere quello prete in le mano, [ 58v] te comendiamo summamente della dilligentia hay usato in questo facto, rengratiando el magnifico Orlando della sua bona voluntà in questo facto et non dicemo altro, se non che aspectamo essere advisati come haveray facto, caricandote quanto più possimo, che trovi la origene et la verità de questa cosa, quale poy iudicare quanto importa al stato nostro perché non poressi far cosa che più ne satisfacessi. Et ad ciò habi loco de mettere quilli captivi, nuy scrivimo per le alligate alli castellani de Fiorenzola et ad quello del Borgo San Donino che debiano receptare quilli gli consignaray ti, come se nuy proprii gli li consignassimo, come rechiede misser Iacomazo è qui, quali domattina se partirà per venire via là. Alla parte del'advisare ad Parma de questo facto, nuy scrivemo al commissario, al quale havevamo scripto vinisse qui, che non si parta de là, ma che se intenda cum ti; siché tu lo advisaray de quanto bisognarà circha questo facto, et de quello haverà ad fare, perché questo caricho lassiamo ad ti. Te dicimo bene vedi in queste cose portarti maturamente et cum tale prudentia et solicitudine che satisfazi la voluntà et desidero nostro in questo facto. Data Mediolani, die xxi februarii 1452.
Zanettus.
Cichus.