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602. Francesco Sforza ad Antonio Trezzo. 1452 giugno 11 "ex castris felicibus (apud Varolam Alghisii)".

Francesco Sforza ringrazia Antonio Trezzo dell'informazione sulla partenza da Venezia dell'imperatore, informandolo che gli ha scritto su quelli di Correggio perché ne sia di tutto informato. Gli dia notizia dell'arrivo dell'ambasciatore dei Veneti e di quello che farà. Aspetti qualche giorno e poi lui provvederà al fatto di quelli di Villafranca e provveda, come concordato, per il sale da prendere a Castelnuovo. Si dice sorpreso che Antonio non abbia denari perché gli fece assegnazione per quattro mesi. Lo informa che con l'esercito alloggia a Verola Alghisa, vicino ai nemici che sono a sole quattro miglia.

Antonio de Tritio.
Havimo recevute le tue lettere de dì cinque del presente, ale quale te respondimo, et primo alla parte dello Imperatore quale cum la Imperatrice s'è partito da Venetia, cum cussì pocha benivolentia de Venetiani, che de tucto restiamo advisati, et hay facto bene ad avisarne; et cussì comendiamo la dilligentia tua et te confortiamo ad fare el simele per lo advenire.
Alla parte delle gente del Re, ti dicimo che havimo inteso et te advisamo che li effecti saranno molti minori che le parole et le demostratione.
Alla parte de quilli de Correzzo, dicimo che ti havemo scripto per nostre lettere cose per le quale ne pare debii havere inteso el tucto, et che satisfaciano alla mente de quello signore duca.
Alla parte de quello oratore Venetorum, quale debbi vinire là, dicimo che ne debii advisare quando sarrà zonto et de quello haverà facto.
Alla parte de quilli da Villa Francha, dicimo che volimo aspectare alchuni pochi dì finché se siamo alargati uno pocho de prese, perché possiamo poy strengere più el facto ad quello signore duca, che forsi gli vinirà voluntà de provedere più tosto ad questo facto.
[ 150v] Alla parte de Castelnovo, dicimo che debbi solicitare quello signore duca che manda ad Castelnovo uno delli suy ad toglire el sale, secondo che fo rasonato.
Del facto delli toy dinari, dicimo che, come tu say, te fessimo assignatione per quatro mesi, et che non possi havere dinari, non sapiamo intendere quello sia a dire questo, siché vogline advisare come passa questo facto.
Ulterius, perché tu sii informato ad pieno delli nostri progressi, te advisamo che da poy te scripsimo, nuy semo cum tucto lo nostro exercito vinuti ad allogiare qui ad Varola Alghisa, et questo fo verdì proximo passato, andassimo per trovare li nostri nimici, quali ne sonno vicini a quatro o cinque miglia. Et cussì fessimo fare le spianate fino presso al loro campo, pur non gli podessimo andare, perché lhoro havevano rocti tucti li ponti et stavano sopra ad una aqua, quale è presso al loro campo tra nuy et loro, et cussì, dal canto loro, hanno relevate le strade et li fossi, in modo che non gli podessimo andare adosso, pur ne sforzarimo de zonzerli, et se li possiamo mettere le mano adosso, te farimo sentire delle novelle che te piaceranno. Ex felicibus castris nostris, die xi iunii 1452.
Cichus.