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689. Francesco Sforza a Benedetto da Corte, capitano della cittadella di Piacnza 1452 luglio 25 "apud Trignanum".

Francesco Sforza ordina a Benedetto da Corte, capitano della cittadella di Piacenza, di mandare da lui quel cavaliere, ufficiale dei Veneziani, che viene da Venezia e che fu da lui a Lodi. Inteso che i cittadini di Castel San Giovanni non intendono contribuire alle spese per i sussidi richiesti a Luchina dal Verme per inviare uomini a guardia delle terre sforzesche, vuole che mandi otto dei migliori ammonendoli di comportarsi bene, ubbidendo in tutto detta Luchina, pena la riammissione nello stato e grado in cui erano al tempo di Filippo Maria Visconti.

[ 175v] Benedicto de Curte, capitano cittadelle Placentie.
Debbe essere vinuto Iì uno cavallero Piacentino che vene da Venexia et fo offitiale de Venetiani et fo da nuy ad Lodi, ma non se recordiamo del nome, con lo quale haverissimo casone de conferire de alchune cose. Pertanto volimo debbi mandare per luy et comandarli, per nostra parte, ch'el venga da nuy; et non manchi per quanto l'ha cara la gratia nostra. Ceterum nuy intendimo quilli cittadini de Castel Sanzohanne non voleno sentire spesa alchuna delli subsidii sonno domandati per li nostri alla magnifica madonna Luchina del Verme in mandare homini de guardia delle nostre terre, imo vanno contaminando et cerchando de intenderse insieme et tirare con loro quelli del populo della terra. Et perché non ne piaceno simili deportamenti, perché danno pur suspecto grande a quella donna, volimo, recevuta questa, debbi mandare per suoy octo delli migliori de loro et amonirli che nostra intentione è che loro se debiano bene deportare con la signoria sua et adiutarla in qualche cosa, in queste spese che la suporta per nuy et che debiano esserli obedienti et non tentare, né innovare cosa alchuna contra la magnificentia sua, et se faranno altramente, li darimo ad intendere ne rencresce simili loro portamenti et li remetteremo in quello grado et stato che erano al tempo della bona memoria dello illustrissimo signore passato nostro padre. Data in castris nostris Apud Trignanum, die xxv iulii 1452.
Zanetus.
Iohannes.