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841. Francesco Sforza al podestà di Fiorenzuola e al castellano di Sommovico 1452 settembre 13 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive al podestà di Fiorenzuola e al castellano di Sommovico esortandoli ad essere vigili per non subire danni e provvedere alla cattura di quei tali e dli ordina di inviare persone competenti per informarsi su come è avvenuta la cosa che riguarda quel reverendo padre. Non aggiunge altro circa il rafforzamento di quella fortezza, perché Tommaso, fratello di Giuliano, è ritornato, come sa lo stesso Giuliano, con disposizioni opportune. Al podestà affida il compito di informarlo sulle minizioni che sono nella rocca e del frumento che suo fratello Corrado ha fatto mettere, oltre ad accennargli della sorte delle forniture precedenti.

Potestati Florenzole et castellanno Summivici.
Havimo inteso quanto ne haviti scripto et della solicitudine usati se pasasse duy, et cetera; dicemo haviti facto bene et acciò ve confortamo stare soliciti, vigili et actenti, siché non se receva damno, né vergongna, ma ben vorrissimo se vedesse se per qualche modo et via se potesseno chiapare quisti tali, et in ciò usati ogni (a) attentione et sagacità sia possibile. Al facto del reverendo patre volimo mandate ad vedere et sentire come la cosa passa de quanto scriveti siché sapiati la verità et non state a dicto de villani et homini da pocho, ma de qualche persona intendente et da bene, et advisaritine del tucto.
Al fortificare quella nostra forteza non occorre dire altro, perché ser Thomaso, tuo fratello, de' essere retornato là cum la expeditione come ti, Zuliano, haveray veduto.
Et tu, potestà, volimo ne avisi delle munitione sonno in quella rocha et che è facto del frumento che Conrado, nostro fratello, fe' mettere lì et delle (b) altre monitione gli erano prima. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xiii septembris 1452.
Ser Fazinus.
Cichus.

(a) Segue attenii depennato.
(b) Segue altre depennato.