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866. Francesco Sforza a Simone de Benedetti, podestà di Fiorenzuola e a Tommaso de Calvinis 1452 settembre 15 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive a Simone de Benedetti, podestà di Fiorenzuola, e a Tommaso Calvini di aver preso atto dei segnali di bombarde fatte sulle terre di Rolando Pallavicino, segnali che si riferiscono alle azioni di quei di Correggio. Li rassicura sulla fornitura di polvere da bombarde, verrettoni e gavette da loro richiesti al castellano. Esorta Tommaso, che non ha ancora riscosso i denari del clero, appena avrà le munizioni ordinate a Cremona, a farlo. Al problema dei carri risponderà un'altra volta.

[ 222r] Simoni de Benedictis, potestati Florenzole nec non Thome de Calvinis, familiari.
Havimo recevuto le vostre lettere et inteso per quelle li signali de bonbarde hanno facte le terre de Rolando Palavicino; ve comendiamo del'aviso, confortandove ad fare el simile per l'avinire se altro accaderà. Alla parte de fare condure a quello altro castellano del polvere da bonbarde et veretoni et qualche gavette per poterse defendere, adveniente casu, nuy gli providerimo, avisandovi però che de quilli tali signali de bonbarde non è da dubitare perché sonno facti solamente per la novitade hanno facta quilli da Correza, ma ben è (a) da stare cum bona guardia et ben provisti. Alla parte che tu, Thomaso, non sii andato a scodere li dinari del chiericato segondo la comissione tua, bono respectu, acceptamo la tua scusa, ma volimo che, cum primum haveray ordinato che quelle monitione hay mandate a torre ad Cremona siano reposte, tu vadi ad scotere et exequire la tua commissione, facendo prima fare quelle provisione che sonno necessarie, et anche al'altra, segondo fo ordinato. Alla parte delle carre, vedrimo volontiera quanto se potrà fare, et per altre nostre ve responderimo. Ex nostris felicibus castris nostris apud Quinzanum, die xv septembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue vero depennato.