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956. Francesco Sforza agli Anziani e al vessillifero di giustizia del popolo e del comune lucano 1452 settembre 30"apud Lenum".

Francesco Sforza scrive agli Anziani e al vessillifero di giustizia del popolo e del comune Lucano di non potersi astenere, e per l'affetto che porta a Giacomo Catheni da Spoleto e anche per riguardo a suo figlio Simone da tempo ai servizi ducali, dal raccomandarlo a loro, essendo Giacomo bramoso di andare ai loro servizi, specie nel capitanato del contado della loro città, come già altre volte loro scrisse; si dice certo che si comporterà con piena loro soddisfazione. In simile forma si è scritto con le debite variazioni a Paolo Podio. Silvestro di Matteo, Gregorino Ciriti.

Antianis et vexillifero iustitie populi et communis Lucani.
Non possiamo fare, per la fede et amore quale portiamo al circumspecto homo ser Iacomo de Cathenis de Spoleto, sì per respecto dela dilectione et fede verso noy, sì etiamdio per respecto de ser Simone, suo figliolo, quale se retrova già longo tempo alli nostri servitii che non lo recommandiamo ale vostre magnificentie, maxime essendo luy molto desideroso de adoperarse in li vostri servitii, et presertim in el capitaneato del contado da quella magnifica vostra cittade, como altre volte per nostre lettere ne scripsemo ale prefate vostre magnificentie. Per la qual cosa, rendendose noi certissimi che per le virtude soe, non se deportarà si non commendabilmente per modo che le prefate vostre magnificentie se contentarano de luy, non possiamo fare che de nuovo non preghiamo et confortiamo esse vostre magnificentie che vogliamo per nostra consideratione elegerlo al dicto officio et preponerlo a qualuncha altro, quandocumque le vostre magnificentie lo possano fare senza alcuno suo manchamento, perché, altramente, vorressimo cosa alcuna vostre magnificentie quando fosse per redundare in meno d'honore suo, certificandole che noy haverimo molto caro et accepto de honore et bene gli farano esse vostre magnificentie per nostro respecto. Ali cui piaceri siamo sempre aparechiati. Ex castris apud Lenum, die xxx septembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit, mutatis mutandis, infrascriptis videlicet: Paulo de Podio, Silvestro Mathei, Gregorino de Ciritis.