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135. Francesco Sforza al commissario, al podestà e al referendario di Como 1452 aprile 22 Milano

Francesco Sforza scrive al commissario, al podestà e al referendario di Como di aver appreso con piacere che, non avendo altro modo per soddisfare al sussidio del carriaggio per il castello, di Milano, provvederanno con l'imbottato dei mesi da settembre a dicembre. Vuole che per i crediti che alcuni hanno con quella comunità non si impegnino gli imbottati, dai quali si diano, come scriverà loro Filippo d'Ancona, 1040 lire a Giacomo d'Arquate, Se non intendessero fare ciò, lo avvisino, perché vi manderà chi lo farà.

[ 93v] Egregio et nobilibus viris commissario, potestati, referendario nostris Cumarum.
Deliberando la nostra comunità de Como satisfare ad quello ce debe dare per casone del carezo de questo nostro castello de Mediolano, et non havendo el modo de provederli per altra via, ha deliberata de aiutarse del'imbotate delli mesi de septembre, d'octore, novembre et decembre del'anno presente (a) el che n'è molto piazuto. Pertanto volimo provedati che per alchuni crediti habiano alchuni cum quella comunità, non se possino impazare le dicte imbotate, immo se conventissano in satisfacione de quello devemo havere per casone del dicto carrezo, non obstante alchune cose scripte, o che scrivessimo in contrario. Et delli denari d'esse imbotate volimo ne siano date libre mille quaranta a Iacomo d'Arquà, como ve scriverà Filippo d'Ancona. Exequiti adoncha questa nostra intencione senza difficoltà alchuna, et quando vuy non lo volesti fare, avisatine, perché gli mandarimo altri che lo farano. Mediolani, xxii aprilis 1452. (b)
Irius.
Cichus.


(a) presente in interlinea su venire depennato.
(b) A margine: Duplicata die xxii suprascripti mensis et anni, depennato.