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1090. Francesco Sforza ad Antonio de Nicelis 1454 marzo 15 Milano.

Francesco Sforza avverte Antonio de Nicelis che, siccome intende avvalersi dei denari delle tasse del sale e constando la pertinacia degli uomini della Valle Nure nel non volere pagare la notevole somma dovuta, ha deciso di mandare da quelle parti Bartolomeo Trovamala, Maestro delle entrate ducali, per sollecitarne il pagamento con l'ordine di avvalersi delle genti d'armi in modo da costringere tutti con la forza al pagamento di quella che il duca stima "la più bella intrata". Il duca ha voluto ammonire lui e i suoi uomini di quello che capiterà loro se persevereranno nella loro ostinazione a non soddifarlo in tale richiesta. In simile forma ha scritto ai fratelli Zanino e Stefano, nonché a Perino e ad altri nobili de Nicolis, al conte Giovanni de Angussolis, ai conti GianGaleazzo e Onofrio, fratelli de Nicellis, al conte e milite Manfredo de Lando, alle comunità e agli uomini del marchesato di Pellegrino, al comune e agli uomini di Fiorenzuola, al conte Alberto d Scottis.

[ 292v] Antonio de Nicelis.
Disponendo nuy adiutarne de presente deIi denari delle taxe del sale del territorio nostro, et vedendo che quelli homini de Valle de Nuria, debitori de notabile somma de dinari per Ie taxe del sale, imposte da qui indreto, non provedono al pagamento, imo sonno pertinaci, ne é parso mandare a quella parte el nobile homo Bartholomeo Trovamala, Magistro del'intrate nostre, per provedere ch'el pagamento delle dicte taxe se facia de presente, al quale Bartholomeo havemo commisso che contra quelli serano retrogradi, debia procedere et far fare cosi facte executione cum lo brazo de quelle nostre gente d'arme che ad ogne modo se habia lo dicto pagamento, et che non vorà satisfare per ancora, sia astretto a farlo per forza, perché ne pare poco bona voluntà quella de coloro che in questi nostri carichi recusano de adiutarne, maxime in refugere de satisfare per lo sale, che è cosa de poca graveza, et che estimamo la piu bella intrata che habiamo, et perché haveressemo sempre più caro il pagamento in voluntà delli subditi nostri, che havere casone di fargli dare spexa. Te havemo voluto avisare de questo aciò che certifichi Ii homini che sonno sotto il tuo governo de quello gli intervenerà, se non provedono al pagamento, infra octo giorni prossimi, de quello restano debitori per dicta casone, siché vogli operare che satisfaciano fra dicto tempo senza mancamento alcuno, altramente sii certo che se faranno tale executione [ 293r] che Ii dicti homini et ti non ve havereti a gloriare dela renitentia et intenderiti quanto ne sonno molesti Ie obstinatione de non volere pagare, et circa ciò te potray intendere con lo dicto Bartholomeo, informato delIa mente nostra, al quale daray piena fede in Ie predicte cose, como a nuy proprii. Mediolani, xv marcii 1454.
Cichus.
In simiilii forma Zanino et Stefano fratribus, necnon Perino et aliis nobilibus de Nicelis.
Comiti Iohanni de Angussolis, comittibus Iohannigaleaz et Honofrio, fratribus de Nicellis, comiti Manfredo de Laudo, militi, comunitatibus et hominibus marchionatus Pelegrini, comuni et hominibus Florenzole et comiti Alberto de Scottis.