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1106. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1454 marzo 15 Milano.

Francesco Sforza, visto quanto Teseo da Spoleto scrive a Francesco di ser Antonio circa i denari delle tasse del Piacentino, gli fa presente che non intende si ripeta quanto è accaduto lo scorso anno quando, per mancata tempestiva raccolta di danaro per pagare i soldati, non ha potuto scendere in campo a tempo con grave pericolo per lo stato. Gli comanda, perciò, di agire realmente e personalmente contro uomini, comunità e chiunque é renitente al pagamento della propria rata togliendo bestiame e roba e ricorrendo anche alla galera. Lo informa che con le lettere allegate, ammonisce quei di Fiorenzuola, Valdemuro, e Borgonovo e gli altri gentiluomini e uomini renitenti a detto pagamento che entro aprile devono pagare quanto ancora dovuto, pena la confisca dei loro beni. Circa le cassazioni fatte dal Consiglio segreto, lo assicura che lui non vi é compreso, ma riguardano solo gli esattori del sale.

Theseo de Spoleto.
Havemo veduto quanto tu scrive a Francisco de ser Antonio per una tua de dì xv del presente circ'al facto de quelli denari de taxe de Piasentina; al che brevemente respondendote, dicimo, aciò non habiamo incorrere in quello medesimo periculo incoressemo l'anno passato che, per non havere havuto li denari presto et a tempo et spazato presto le nostre gente d'arme, non potessemo ussire in campo a tempo; che a quanto periculo stesse il stato nostro è noto assay ad ogniuno, che nuy volemo, et expressamente te comandiamo che contra qualunque comunità, comune et homini debbe fare ogne executione reale et personale, et ad qualunque renitente al pagamento d'esse tasse torgli il bestiame et ogne altra sua robba et metergli in presone, et fare ogne cosa perché ognuno de presente, senza più perditione de tempo, paghi quello gli tocha per la rata soa acioché che habiasi nuy dicti denari, li possamo dare ali nostre gente d'arme a chi tochano perché se possano mettere in puncto et fare de quello gli bisogna. Siché Theseo, se may tu pensi farne cosa grata [ 297v] fa' che circa quanto é dicto non gli manchi de solicitudine et ogni diligentia a ti possibile, perché presto se possano adiutare de questi denari.
Ceterum per l'aligate nostre lettere scrivemo a quelli de Fiorenzola, Valdemuro, Burgo Novo et a quelli altri gentilhomini, l'homini delli quali sonno renitenti al dicto pagamento, che sotto pena de confiscatione de tuti li loro beni debiano havere pagato per tuto il presente mese quanto restano a pagare per tuto il mese de aprile; siché siamo certi che dicte lettere faranno pur bono fructo, ma tu non perderay mò pur una hora de tempo a fare quello è bisogno et intentione nostra.
Ala parte che tu dichi che quelli del Conseglio nostro secreto hanno cassati et qualunche altro nostro exactore, dicimo che tale cassatione non se intende per ti, imo solamente per li exactori sonno sopra il sale. Data Mediolani, xv marcii 1454.
Leonardus.
Iohannes.