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1109. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1454 marzo 16 Milano.

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Lodi di aver inteso che famigli e uomini d'arme che stanno lì, mandano o vanno a saccheggiare strame o erba per i loro cavalli. Non volendo che ciò avvenga con danno della popolazione, comanda al luogotenente di imprigionare (patrono e non famiglio) colto in tali saccheggi.

[ 298v] Locumtenenti Laude.
Intendiamo che quelli nostri famigli et homini d'arme, quali de presente se retrovano stare in quella cità nostra, mandano fora ad saccomano per lo vivere delli suoi cavalli et non curano compararse ciò che Ii bixogna, el che a nuy molto rencresce per respecto che non intendiamo che Ii nostri homini siano damnificati per tale forma. Per la qual cosa deliberando nuy non supportare questa insolentia, volimo che, recevuta questa, comandiati che niuno vada né mandi ad saccomano. Et deinde trovando poi alcuno desobediente che manda ad torre ad saccomano o strame o herba che non havesse comparati, ve comandiamo che subito mandiati ad prendere non il fameglio, ma il patrone che l'haverà mandato, mettendolo in prexone in modo che non se possa fugere, qual non relaxariti finché da nuy non haveriti lettere in contrario. Et circha ciò fariti per modo che ne sentiamo novella. Data Mediolani, xvi marcii1454.
Bonifacius.
Cichus.