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1368. Francesco Sforza ai Rettori di Bergamo 1454 maggio 9 Milano.

Francesco Sforza prende atto della denuncia fatta dai Rettori di Bergamo che lamentano l'eccesso dei lavori di Brivio oltre il capitolo della pace. Assicura che scriverà a Paolo Amicono, capitano ducale della Martesana, che se ha ecceduto, deve far tutto rientrare nella forma prevista dal capitolo della pace e gradirebbe assai che loro mandassero uno dei loro uomini a osservare quel che farà fare Amicono e lo si avvisi di ogni eccesso. Lo stesso vale per le ali di muro che ancora devono essere abbattute.

Dominis Rectoribus Pergami.
Havemo recevuto le vostre lettere, et inteso quanto ne scriveti del lavorerio de Brivio, qual diceti excedere la forma et sustantia del capitulo dela pace, ne siamo maravigliati et anche ne dolimo deli nostri, quali habiano exceduta la commissione nostra, la quale era, et é, de non preterire el capitulo; et così scrivemo denovo a Paulo Amicono, nostro capitaneo de Martesana, che, havendo facto fare quello che ne scriviti, subito lo debbia revocare et redure la cosa in la forma del capitulo el qual intendemo omniamente, asieme con tuti l'altri (a), observare e dal canto nostro. Et per più chareza de questo, haveremo carissimo et anche ve pregamo che vogliati mandare uno delli vostri a visitare lo dicto lavorerio apresso el prenominato Paulo Amicono, capitaneo de Martesana, el quale vostro intenderà molto bene la opinione nostra circa ciò, et parendoli che se exceda la forma del capitulo et ne siamo avisati, ve (b) daremo a vedere con effecto che non serà nostra intentione. El simile dicemo de quelle ale de muro, quale non siando butate, como scriventi, seranno infalanter butate in la forma che dice el capitulo; et così vederà effectualmente el vostro messo, se gli lo manderiti.
Data Mediolani, viiii maii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue nostri depennato.
(b) Segue dicemo depennato.