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1400. Francesco Sforza al console ducale Gaspare da Suessa (1454 maggio 15 Milano).

Francesco Sforza ammonisce il console ducale Gaspare da Suessa di imporre alla sua gente di Cerreto di desistere dal far danni, tagliando l'erba e facendo altro, alla possessione del suo cameriere Giovanni Pietro da Lodi, figlio di Marco Cagnola. Vuole che non si facciano guasti a nessuno e, in particolare, a quelli di casa ducale.

Gasparri de Suessa, consoli nostro dilecto.
Iohanne Petro da Lode, nostro camerero, figliolo de Marco Cagnola, n'ha dicto, lamentandose, che per li tuoy famigli et zente che sonno ad Cerreto gli fi guasto le sue possessione, tagliando l'erbe et facendo ogne male; dela qual cosa grandemente ne maravigliamo et dolemo, perché pur se doveria havere respecto ad fare simile damno et maxime ali nostri de casa. Pertanto volimo et te comandiamo per quanto hay caro la gratia nostra, che te debii abstenere et fare abstinere li dicti toy da simili damni et guastatione per modo che non ne sentiamo lamente, certificandote che quando ne sentessemo pure una parola sola, ne saria necessario provederli et fare demonstratione che simile cose ne rencresce. Data ut supra.
Nicolaus.
Cichus.