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1712. Francesco Sforza a Giovannino, signore di Chiabona e a Glando, signore di Petango, commissari ducali della Savoia (1454 luglio 7) Milano.

Francesco Sforza risponde a Giovannino, signore di Chiabona e a Glando, signore di Petango, commissari ducali della Savoia, che in seguito alla loro comunicazione della cattura di quattro uomini da Montecastello con le loro bestie, carri e cose da parte delle genti d'arme alloggiate nel Tortonese, allega loro, ignorando in mano di chi siano le persone e le cose, la patente mandata a tutti i suoi uomini con l'ordine dell'immediata liberazione di chi e quanto é stato preso. Li assicura che qualsiasi simile atto futuro gli rincrescerà e sarà punito.

Iohannini domino de Chiabona et Glando domino de Petango, ducalibus comissariis Sabaudie.
Havemo recevuto vostra lettera et veduto quanto ce scriveti de quelli quatro homini da Montecastello, quali sonno stati presi con le loro bestie, carri et cose per le nostre gente d'arme allogiano in Tertonese, quale ce rechiedeti vogliamo far liberare: ve respondemo che ne maraviglamo et dolemoce che per alcuni delli nostri per aderietro sia incorso in tale apto senza nostra licentia; nientedemeno, non sapiando in le mane de chi siano, ecco ve mandiamo la ligata patente che se deriza ad tuti li nostri, comandando, per tenore de quella, siano subito et libere relaxati con ogne cosa del suo, con la quale potrite mandare uno delli vostri per procurare la liberatione loro. Si per l'avenire serà per alcuno delli nostri facta violentia alcuna ad veruno delli vostri, et che sonno et degono essere (a) nostri proprii, ce rencrescerà et ad loro che receveranno il danno et ad nuy ce tocharà dolere et ad alcun'altra persona noncheé serà caxone de ciò farà grande male et haverà gran torto. Mediolani, ut supra.
Andreas Fulgeneus.

(a) Segue delli depennato.