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1813. Francesco Sforza a Cristoforo de Nimio e Gerardo de Barba, e ai loro figli de Rodebio 1454 luglio 26 Milano.

Francesco Sforza scrive a Cristoforo de Nimio e Gerardo de Barba, nonché ai loro figli de Rodebio, abitanti a Sant'Angelo Lomellina che, in considerazione della richiesta del comune e degli uomini di quel territorio, li accetta nella sua grazia e concede loro la libertà di stare e di muoversi ovunque in quella terra, sciolti da qualsiasi bando dei gentiluomini di Robbio, e ripristinati nel grado in cui erano prima che quel territorio passasse sotto la sua obbedienza.

Carissimis nostris Christoforo de Nimio et Girardo de Barba ac eorum filiis de Rodebio, habitantibus in terra nostra Sancti Angeli Lomelline.
A contemplaticne e rechiesta del comune et homini de quella terra de Sanctangelo ve acceptamo asieme con loro ala gratia nostra, et siamo contenti. Et per tenore della presente ve concedemo et dispensemo che possiate stare, praticare et habitare securamente in quella nostra terra con ogne proprietà et beni vostri et andare et retornare a vostro bel piacere, non obstante il bando havessevo o habiati dalli zentilhomini de Robio, né veruna altra cosa in contrario, salvo tantum semper iure tercii; et demum ve mettiamo in quello grado eravati inanti che quella nostra terra de Sanctangelo retornasse a la nostra obedientia. Mediolani, xxvi iulii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.