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190. Francesco Sforza al conte Pietro Torelli (1453 settembre 2 "apud Gaydum").

Francesco Sforza ordina al conte Pietro Torelli di far restituire a maestro Annibaldo, marescalco ducale, due suoi buoi e una cavalla, che gli ha razziato quando ha fatto la rappresaglia contro gli uomini di Castelnuovo. Annibaldo è sempre stato ai suoi servizi e, quindi, non ha a che fare con i malfattori.

Spectabili et strenuo comiti Petro Torello, nostro dilectissimo.
Havemo inteso per querella de maestro Anibaldo, nostro menescalcho, che nela presaglia tu hai facto contra I'homini de Castelnovo sono stati presi duy suoi bovi et una cavalla; et perché esso maestro Anibaldo non è nel numero delli malfactori, imo sta qui apresso a nuy da che recevemo accontio et servitio, ne pare ragionevole che anche Ie soe cose non debiano fir tractate equalmente como gle altre. Per la qualcosa ve confortiamo et carichamo che ti piaza fare rendere a luy le soe bestie, da puoi che luy non è nel numero deli homini d'essa terra. Data ut supra.
Bonifacius.
Iohannes.