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706. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1454 gennaio 1 "Marcharie").

Francesco Sforza fa sapere al Colleoni di essere stato grandemente colpito nell'apprendere che sono entrati in Crema circa 200 cavalli, carichi di vettovaglie e munizioni condotti da Bertoldo da Este, Anastasio da Sant'Angelo e da Cimarosto dopo essere passati nei pressi del borgo e il forte di Orago e aver attraversato l'Oglio "ad guazo scontro Calzo." Se gli Oraghesi avessero fatto il loro dovere avvertendo con bombarde e fuochi, nessuno dei nemici sarebbe arrivato a Crema, come dimostra il caso di quei di Fontanella che, messi sull'avviso dai rumori per il transito dei nemici, li inseguirono e presero molti loro uomini e parecchi loro cavalli. Il duca ha deciso di mandare, per la vigilanza di quel luogo e passo, dei suoi famigli, per la cui accoglienza entro il borgo, vuole che il Colleoni scriva al vicario e agli uomini di Ornago, ai quali risparmia una esemplare punizione solamente per un riguardo verso il Colleoni.

Magnifico Bartholomeo Coleono.
Con grandissimo despiacere, et tanto quanto dire se possa, havemo inteso como ad Crema sonno andati da circha 200 cavalli et conductoli dentro victualie et monitione, et che dice erano Bertholdo da Est(e) et Anastaxio da Sancto Angelo et che dice che era Cimarosto, Ii quali sonno passati apresso lo borgo et forte de Orago et passati Oglio ad guazo scontro ad Calzo; dela quale passata, se quelli de Orago havesseno facto el debito loro et facto Ii signali de bombarde et da fochi et advisato Ii circonstanti et levatogli el rumore de retro, non andava homo de loro dentro da Crema, che tuti seriano stati pigliati; et ch'el sia vero, sentendo quelli nostri che stanno in Fontanella il transito delli dicti inimici, gli levarono el rumore de retro et seguitandoli hanno guadagnato parechii cavalli et pigliato molti d'essi [ 187r] inimici. Che se quelli homini de Orago havesseno facto el debito loro, como havemo dicto, seria sequito quanto havemo dicto de sopra; della qual cosa non ne poressemo dire nè scrivere el despiacere che ne nabiamo, et deliberamo provedergli, aciochè tale inconveniente più non possa seguire, et volere meglio ad nuy medesmi che ad queli che sonno dentro de Bressa, nostri inimici, como ne rendiamo certissimi, et così la vostra intentione et voluntate, et però havemo deliberato de mandarli alcuni nostri famigli de casa per guardia de quello loco et passo. Pertanto vogliati scrivere al vicario et homini del dicto loco de Orago che debiano acceptare dentro d'esso loco tuti quelli che nuy gli mandaremo ad ciò che subito siano receptati, como è nostra deliberatione et dispositione, advisandone però che se non fosse, per vostro respecto daressemo tal punitione et castigatione ad essi homini de Orago che gli paria havere facto malissimo ad commettere tanto errore quanto hanno facto, et recognoscere Ii amici per amici et l'inimici per inimci; et per questa propria casone mandiamo lo presente (a) nostro cavallario. Non dicemo altro perchè siamo certissimi che sete de quella medesma oppinione et dispositione in questo facto che nuy siamo proprii, et che quello che hanno facto questi de Orago sia più molesto ad voy che ad noy. Però è da provedere como havemo deliberato. Data ut supra Zaninus.
Cichus.

(a) Segue per depennato.