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777. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza (1454 gennaio 16 Marcharia).

Francesco Sforza osserva a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza, che non deve consegnare a Matteo di Pavia armi e cavalli, ma darli al famiglio del Pisanello. Matteo ha avuta salva la vita, ma non la galera, ove rimarrà "per la vita" con i ferri ai piedi perchè non possa fuggire.

Benedicto de Curte, capitaneo cittadelle nostre Placentie.
Inteso quanto ne hay scripto de dare li cavalli et armatura a Matheo da Pavia, quale hay sostenuto lì, perchè te havemo scripto che gli havemo perdonato la vita, te respondemo che, non obstante te habiamo scripto gle habiamo perdonato la vita, debii dare ad lo fameglio del Pisanello dicti cavalli et armatura, secundo cha te avemo scripto, et lo dicto Matheo lo tenghi in presone per la vita, secundo che te scripsemo per la prima nostra littera. Nuy gli havemo bene perdonatoa la vita, ma volemo però stagha in presone per la vita a fare penitentia parechii dì; et così lo tenaray con li ferri et zeppi ali pede et in modo non se ne possa fugire. Data ut supra.
Marchus.
Cichus.