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511. Francesco Sforza a Pietro da Cortona e Zampone 1450 settembre 25 Milano

Francesco Sforza ordina che né i massari e gli uomini di Filippo Visconti né il comune di Cavaione vengano costretti ai lavori che si devono fare nell'Adda.

Petro de Cortona et Zanipono, provisionato, commissariis super laboreriis in flumine Abdue.
Benché vi habiamo commesso in generale che voy divessevo strengere ogni homo del vicariato de Melzo a contribuire a quelli lavoreri se devono fare in Adda, nondimancho non intendevamo che in questo fosseno et se comprehendisseno li massari et homini del nobile Filippino Vesconte, patre de Zohanne, nostro cancellero, quale habitano nel loco de Cavaglione dela pieve de Cornaglione, quale habiamo disposti per nostre littere et vogliamo non siano strecti ad alcuno carico né ch'el comune de quel loco de Cavaglione sia carigato per loro, e cossì habiamo scripto al capitaneo nostro de Marthesana (1) et al potestà nostro de Melzo (2). Pertanto vi commandiamo che ali dicti massari et homeni non dagati né lassate dare molestia alcuna per casone de quelli lavoreri né anche per loro caricate el comune supradicto. Et questo per quanto havite cara la gratia nostra. Mediolani, die xxv septembris 1450.
Iohannes.


(1) Identificato come Pietro Paolo Pontani da Spoleto (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 203), tuttavia la sua nomina e l'inizio della carica (1450 novembre 13) sono successivi alla data della missiva registrata.
(2) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, dal 1450 dicembre con Aimo Marliani).