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357. Francesco Sforza a Bartolomeo Porro 1450 novembre 25 Milano

Francesco sforza vuole che Bartolomeo Porro, podestà di Alessandria, indaghi su quali diritti Simone e Giuliano Ghiglino pretendono che non valga per loro il capitolo con cui si stabilisce che nessuno sia esentato dal sussidio.

Potestati Alexandrie (1).
Dilecte nostrer, se sonno lamentati grandissimamente Simonino et Iuliano da Ghiglini che gli vole essere rotta la loro exemptione, la quale gli è stata facta per quella comunitate per instrumento autentico et in piena forma, dicendo che gli fi facta grandissima iniustitia et torto. Et respondendoli nuy como quella comunità haveva voluto per capitolo da nuy che nesuno non fosse exempto da questo presente subsidio, essi dicono che in capituli che nuy faciamo et cum che se voglia non debiano derrogare ala rasone del terzo, como certamente sempre se guardiamo de fare. Pertanto volemo che tu intendi la rasone deli dicti di Ghiglini et così quelle de quella comunità et faci quello che la rasone vole, per modo che veruna dele parte non habia iusta casone de lamentarse, etiam se ben li fose facto veruna novitate a Lorencino, fratello del dicto Simonino, facendo a lui segondo è stato scripto per Iuliano predicto. Mediolani, die xxv novembris 1450.
Iohannes.


(1) Identificato come Bartolomeo Porro (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 528).