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1156. Francesco Sforza a Paolo della Padella 1451 luglio 30 Cremona

Francesco Sforza fa presente a Paolo della Padella l'impossibilità di servirsi dei cavallari se non vengono pagati. Al loro capo, Giorgio Aliprandi, è stata fatta certa assignatione sopra la aditione del datio grande vechio di Milano: vuole, pertanto, intervenga contro i dazieri di detto dazio e i loro canepari, sì da riscuotere il dovuto, che verrà consegnato ad Antonio, figlio di Giorgio, che è impegnato a Cremona in servizi ducali.

[ 273v] Paulo dela Padella.
Perché li nostri cavallarii non pono servire in li bisogni nostri quandocunque ne accada mandarli là et qua, se non sonno pagati, havendo Zeorzo Aliprando, officiale nostro sopra essi certa assignatione sopra la aditione del datio grande (a) vechio de quella inclita cictà nostra come per altre debii havere inteso te commettiamo et volimo che fazi fare la executione contra li datieri d'esso datio, overo, quando dicti datieri fossero absenti, contra li loro canipari, ita che scodi la dicta assignatione per questo mese de iulio et etiandio per quello che gli resta per lo mese de iunio proximo passato et farai dicti denari, quali farai scodere, consignare ad Antonio, figliolo d'esso Georgio, overo a Zohanne Caymo contrascriptori d'esso predicto Georgio quale è lì, perché dicto Georgio non può venire lì al presente, perché lo adoperamo qui in li nostri servitii. Data Cremone, die penultimo iulii 1451.
Havendo però advertentia fare dicta executione con tale honestà et discretione che non ne seguisse errore alcuno né ancho ne habiamo querela. Data ut supra.
Cichus.


(a) Segue veglio depennato.