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1392. Francesco Sforza ad Angelo Simonetta 1451 novembre 24 Cremona

Francesco Sforza scrive ad Angelo Simonetta perché paghi i lettori che si erano lamentati per non essere stati pagati; gli faccia anche sapere, il più segretamente possibile, chi erano quelli che non volevano leggere se prima non venivano pagati.

[ 322r] Domino Angelo Simonetta.
Havimo recevuta la tua littera et inteso quello ne scrivi delli doctori del studio, quali sonno venuti ad ti, condolendose che non volevano legere, se non primo integramente pagati de quello restano ad havere, et de quello gli hay dicto, cussì della conclusione hay facte con loro, che comenzaranno ad legere et della paga hay ordinato fargli dar loro, et cetera. Restamo de tucto advisati et commendiamote de quanto hay facto, perché tu gli hay dicto prudentemente tucto quello era la voluntà nostra; ma voriamo gli havessi parlato più gagliardamente, benché ne pare habi parlato benissimo. Solicitaray mò che lezano come hanno dicto, facendogli dare anche la dicta paga. Volimo ben che tu sforzi cum la tua solita dilligentia de sapere quali sonno stati quilli doctori che hanno principiato ad dire de non voler legere et chi hanno subornato li altri. Et ce ne advisa, facendo questo più secretamente sia possibile. Al facto di magistro Iohanne Matheo da Gradi, nuy gli farimo pensiero et bona provisione. Data Cremone, die xxiiii novembris 1451.
Iohannes.