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1632. Francesco Sforza a Giacomo Giordano da Pesaro 1451 settembre 16 Lodi

Francesco Sforza narra a Giacomo Giordano da Pesaro la vicenda di maestro Antonio e del figlio, chiamati dalla Marca per fare paviglioni, che se ne sono scappati con cinquecento ducati d'oro, senza avere terminato il lavoro.

[ 322r*] Nobili dilecto nostro Iacobo de Iordanis de Pisauro.
Nobilis dilecte noster, più e più tempo fa che havendo nuy bisogno de far fare alcuni paveglioni per uso nostro et dela corte nostra, mandassemo a domandare uno maestro Antonio di paveglioni da Norsa, quale, siando da nuy venuto nelle parte de qua, et havendo havuto da nuy el modo et incomenzato a far dicti paveglioni, nel mezo del lavorerio se fugitte et se ne andò verso la Marcha; et nuy, desiderando pur che li lavorerii per luy principiati se liverasseno, mandassemo de novo a rechiedere dicto maestro Antonio et noy, volendo luy venire mandò uno suo figliolo, el quale lavorando in dicti paveglioni similmente, come fece el padre, se ne fugitte cum li denari haveva recevuto da nuy. Et, non obstando questo, iterum havemo facto rechiedere per più die el dicto maestro Antonio o ch'el venesse o ch'el mandasse a fornire li nostri paveglioni et de alcuni nostri cortesani, advisandolo che nuy liberamente li perdonavamo per modo ch'el seria cossì ben veduto come fusse stato da nuy may per lo passato, dal quale infine habiamo havuto resposta che non vole né venire né mandare, ma che se vogliamo ch'el fornischa dicti paveglioni, che gli li mandiamo nela Marcha in la Ripatransonne, dove lui habita de presenti, et la caxone perché luy non vole vinire troviamo chell'à portato via dalle parte de qua captivamente circa ducati cinquecento d'oro fra li quali gli ne sonno centocinquanto de uno Raynaldo, nostro famiglio, quali denari siando luy qui gli li donò in servanza. Per la qual cosa ve confortiamo et carricamo che vogliate andare in fino dal governatore dela Marcha con questa nostra alegata lettera, quale è de credenza in voy et pregare el dicto governatore ch'el voglia fare subito destenere dicto maestro Antonio non facendolo relaxare fin a tanto ch'el non ne habia dati tutti li denari ne resta a dare, che sonno circa ducati dosento et li cl ducati del nostro famiglio, li quali denari ve fariti dare vuy [ 322v*] et se luy maestro Antonio dicesse volere venire a fornire li nostri paveglioni qui, semo contenti ch'el venga, dando luy prima sufficiente sigurtade de presentarse a nuy et non partirse fin a tanto ch'el haverà liveri dicti paveglioni et che satisfaza a chi de' dare deli nostri, perché el non è conveniente cosa non solo a dirla ma pur a pensarla che nuy li debiamo mandare li nostri paveglioni fin nella Marcha a liverarli. Et perché dicto maestro Antonio non habia caxone partirse dala Ripatransonne o donde el fusse nella Marcha et andarsene in altri paesi, sentendo ch'el debia essere retenuto, vogliate fare questa diligentemente et cautamente et presto per modo ch'el non ne possa persentire niente finch'el sia destenuto, come è dicto et come haveriti facto, per vostra lettera advisatine. Data Laude, die xvi septembris 1451.
Iohannes.