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326. Francesco Sforza al referendario [Giovanni Ceno da Varese] e al tesoriere di Cremona [Antonio Trecco] 1451 febbraio 16 Lodi

Francesco Sforza ordina al referendario e al tesoriere di Cremona di imporre ai dazieri delle porte della città che osservino le disposizioni ducali per le biade e vettovaglie prese da Folignato da Perugia, castellano di Pizzighettone, per uso suo e dei compagni.

Referendario (1) et tesaurario Cremone (2).
Dillecti nostri, deviti avere veduto le littere havemo concesso al Fulignato, castellano dela rocha nostra de Pizguitone (3), de possere mandare per biave et victualie in quella nostra città et altrove, dove parisse a luy, per monicione et uso suo et delli compagni soy. Et cossì intendemo gli siano integramente observate. Ne dice esso Fulignato che per li dacieri dele porte d'essa nostra città gli è facto resistenzia et non gli voglono observare le littere nostre. Pertanto volemo et cometemovi strectamente che, subito recevuta la presente, debiati provedere, comandare et ordinare alli dicti datieri in modo che esso Fulignato non habia caxone gravarsi et che nuy non ne habiamo querella, certificandovi che la nostra intencione è che le dicte nostre littere gli sianno observate liberamente senza pagamento alchuno. Et per ogni denaro gli farano pagare (a) de dacio gli faremo restituire uno soldo, siché provedite cum effecto per modo non bisogna più scrivere per questo facto. Data Laude, die xvi februarii 1451.
Iohannes.


(a) Segue uno soldo depennato.

(1) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).
(2) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).
(3) Identificato come Folignato da Perugia (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 639).