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463. Francesco Sforza al podestà di Pavia [Giovanni Manfredi] 1451 marzo 19 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia di catturare i fanti che erano stati mandati a Cassano d'Adda a guardia della fortezza e poi sono fuggiti, portando via denari e altri beni. Non li rilasci se prima non restituiranno al castellano Villano da Gualdo quanto sottratto.

Potestati Papie (1).
Ali dì passati, havendo el nostro castellano da Cassano, chiamato Villano da Gualdo, conduto alcuni fanti per guardia de quela nostra forteza, se sono fugiti da luy quelli et asportate li denari, cose descripte in la cedula quale te mandiamo introclusa. Et, perché tale fuga, che non è senza pericolo del nostro stato, molto ne spiace et recresse, non delibando che preterischa impunita, volemo che, subito alla receputa dele pnte (a), ad instantia et requisicione de Antonio da Gualdo, messo del dicto castellano et presente portitore, faci destenere personalmente li fugitivi como havimo dicto, non gli relasando se prima non satisfarano al dicto Antonio in nome d'esso castellano. Et in questo usati tale diligentia et presteza che conosciamo voy voluntera exequire la mente nostra, et maxime in questo, che ultra modo havimo al core, expediendo la cosa infra duy giorni senza veruna exceptione. Mediolani, xviiii martii 1451.
Cichus.


(a) Così in A.

(1) Identificato come Giovanni Manfredi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 316).