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703. Francesco Sforza a Giovanni Filippo Fieschi 1451 maggio 6 Milano

Francesco Sforza assicura Giovanni Filippo Fieschi di non aver mai creduto che egli fosse coinvolto nel fatto di Pellegrino.

Domino Iohanni Filippo de Flisco.
Respondendo ad quanto la magnificencia vostra ne ha scripto dela imputacione che dice essergli stata facta del facto de Pelegrino, et cetera, dicimo che questo non è vero, perché may de questo facto non fo facto mentione alchuna della magificencia vostra et quando ne fosse stata facta non gli haverissimo data fede, ymo repulsa, bem dicimo che più dì sono essendo incolpato de questa cosa quello Antognono che scrive la magnificiencia vostra, el nostro potestà et castellano de Pellegrino el mandò qui da noy et cossì luy como quello che non gli havia deffecto vene ad purgare la sua contumatia, lo quale inteso che havissimo lo remandassimo ad casa soa et lo confortassimo ad dire et fare bene, siché la magnificencia vostra de questo facto ha ad stare et darse de bona voglia perché ne'l magnifico Petromaria Rosso, né alchuno altro de questo ce ha dicto cosa alchuna, né datone notizia et quando bene niuno ce havesso dicto più una cosa che una altra, como havimo dicto, non tanto che gli havessimo dato fede ma gli haverissimo dato repulsa, perché della magnificencia vostra pigliamo meritamente quella fidutia in ogni cosa che de alchuno altro nostro fratello; et cossì securamente et de bonissimo animo fidaressimo el castello de porta Zobia de questa nostra cità et lo governo de tutto lo stato nostro in le mane vostre como in le nostre proprie o de qualunche fratello et figliolo che habiamo. Però preghamo et confortamo la magnificencia vostra voglia della mente soa deponere ogni rangore et despiacere che havesse preso de questo facto, perché la cosa è cossi como havimo dicto. Mediolani, vi maii 1451.
Cichus.