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817. Francesco Sforza al podestà e alla comunità di Casalmaggiore 1451 maggio 24 Milano

Francesco Sforza assicura il podestà e la comunità di Casalmaggiore di non nutrire sentimenti ostili verso di loro. Se ha dato carico grande delli cavalli ciò fu per il gran numero che ne aveva per cui fu necessario che tutto il paese ne fosse gravato.

Potestati ac communitati Casalismaioris.
Noy havemo informacione come el ve è dato ad intendere che verso quella communità et homini portiamo odio et malevolentia per le cose passate, et cetera, et che questa casone non ne siamo curati de darvi tanto excesivo carico de cavalli per castigarvi, et cetera; et che per questo vuy ne viveti ombroxi et non bene contenti. Unde ve dicimo che quelli ve dicono et danno ad intendere tale parole non sono né nostri né vostri amici, dicono gran busia et se sforzano mettere errore fra noy et voy, perché noy non cerchamo ne andiamo drieto ale cose passate, bemché non se tenemo ponto essere stato offexi da quella communità, ma da alchune male persone solamente. Imo ve tenemo per nostri cari et fideli servitori et facemo cavedale et stima de quella terra et homini como dele più care cose habbiamo, certificandove che del carico grande delli cavalli che haveti sostenuti fin a qui ne è stato solamente caxone lo gram numero deli cavalli che habbiamo, che convene che tutto el nostro paese ne sia agravato et non ponto per altra caxone; et quantuncha non havevamo logiamento alchuno dove potere mandare quelli cavalli che facemo levare de lì, nientedemeno, per farvi cosa grata, ne siamo tanto ingeniati che quelli cavalli che sappeti se leverano. Siché stati tutti de bona voglia et viveti contenti como fessive may, perché de noy poteti prendere ogni fede et speranza, como altri et siano che vogliano del suo signore confortandovi ad stare vigili et attenti al bono governo de quella terra nostra; et sentendo cosa alchuna importante al stato nostro per vostre littere ne vogliati avisare overo notificare al nostro locotenente de Cremona, overo ad Stefanino, nostro potestate de quella terra, quale sappeti quanto ad noi è accepto advisandove quello bono governo seguirà de quella reputazimo grate da vuy. Mediolani, xxiiii maii 1451.
Cichus.