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97. Francesco Sforza al podestà [Giacomo Scrovegni da Padova] e al referendario di Novara [Giovanni Dugnani] 1451 gennaio 21 Lodi

Francesco Sforza rimprovera il podestà e il referendario di Novara per non aver dato ai fratelli Sanseverino le dodicimila lire assegnategli. Ordina che i nominati nell'acclusa cedola paghino i Sanseverino, facendo le trattenute ordinate, che poi il referendario rimborserà.

[ 38r] Potestati (1) et referendario (a) Novarie (2).
Più volte ve habiamo scripto che dovessevo tenere modo che li signori fratelli da San Severino habbianno le xii milia libre che gli habbiamo assignate in quella nostra città et fim qui non gli è stato may dato effecto alcuno, che ne dispiace assay. Et, per abreviare questa cosa, volemo che alli nominati in la cedola introclusa, alli quali habbiamo assignato quello che ne pare, debbiano paghare de presente alli dicti signori da San Severino et poy loro se gli debbiano retrahere delli denari delle abdictioni, secondo fo ordinato che noy dovessimo havere da quella comunità. Et cossì volemo che tu, referendario, ad ciaschaduno per quello che pagharano gli debbi sopra decte abdictione fare l'assignacione, per modo che possano rehavere il loro denaro. Et questo siammo certissimi quelli nostri cittadini lo faranno voluntera, perché, advengha ne facianno servicio, pur loro sanno dove habbiano ad rehavere dicti denari. Siché vogliati dirgli questa cosa et confortarli et strengerli con humane et bone parole, per modo habbianno casone de fare quanto ve scrivemo, et rendiamone certi che non sarà niuno che contradicha ad sì picola summa. Laude, xxi ianuari 1451.
Cichus.
Questi sono quelli sey deli quali ve ho dicto de sopra et i quali hanno permisso de sovegnire allo nostro illustrissimo signore, et primo: