Registro n. 4 precedente | 992 di 1893 | successivo

992. Francesco Sforza a Pier Maria Rossi 1451 giugno 17 Milano

Francesco Sforza dice a Pier Maria Rossi di aver preso atto di quello che gli scrive circa i reciproci furti tra i suoi uomini e quelli di Rolando Pallavicino. È di ciò molto sorpreso perché dal conte Cristoforo Torelli aveva saputo dell'incontro di Pier Maria Rossi con Giovanni Ludovico, figlio di Rolando, e della scelta fatta del vescovo di Lodi e di Nicolò Arcimboldi per togliere tali differentie. Vuole che il Rossi restituisca agli uomini di Rolando quanto è stato loro tolto e altrettanto si faccia dall'altra parte.

[ 221v] Petro Marie de Rubeis.
Per una vostra data a xiiii del presente restiamo avisati de quello ne scriviti deli inconvenienti et cose seguite tra li vostri homini et quelli del magnifico Rolando Pallavicino et dela cavalcata novamente facta per quelli d'esso Rolando sul terreno de Berceto et robaria facta ali vostri, dele quale cose havemo preso uno singularissimo despiacere et molestia, perché vorriano che tuti li nostri vivesseno in tranquillità et pace nonché usasseno li modi che usa Rolando verso de voy et deli vostri. Et certamente non ce possiamo, se non grandemente maravigliare de tale novitate, maxime ch'el conte Christoforo Torello per soe date a xii del presente ne ha scripto come ve eravati trovato a parlamento cum messere Zohanne Ludovico, figliolo d'esso Rolando, et che tuti duy d'acordio havevati electi monsignore da Lode et messer Nicolò Arcimboldo a levare queste differentie, el che molto n'è piaciuto né dubitiamo puncto che retrovandosse li predicti insieme sareti d'acordio. Interim, acioché cossì segua più facilmente, ne pare et cossì ve confortiamo che vogliati fare restituire a quelli de Rolando tute le cose tolte, perché scrivemo anchora a luy facia el simel ali vostri et cossì credimo ch'el farà et da poy sollicitati che le dicte differentie se levino, che ne sarà gratissimo oltra modo. Data Mediolani, die xvii iunii MCCCCL primo.
Iohannes.