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195. Francesco Sforza al vescovo di Faenza 1451 luglio 20 Cremona.

Francesco Sforza chiede al vescovo di Faenza di non dare alcuna noia a don Beltramo Graziani di Cotignola per il fatto che tiene presso di sé una donna. E' vecchio e non in buono stato di salute: ha, quindi, bisogno di aiuto.

[ 46v] Episcopo Faventie.
Havimo noi sempre tenuto et reputato nel numero deli boni servitori et fedeli amici nostri don Beltramo de Graciani da Cotignola per la soa devotione et fede, quale continuamente ne ha portato et anche ne porta de presente, et cossì l'havimo caro et desideramo ogni suo honore et bene. Et benché siamo certissimi che luy et ogni altra cosa nostra vi sia recommandata per consideratione nostra, nondimancho, perché havimo presentito che gli fì facta certa molestia per casone de una femina, quale se retrova havere presso sì, vi lo ricommandiamo quanto più possiamo, maxime perché siamo certificati non la tene conti- nuamente, ma solamente per servitii et comodi soi, senza li quali, ne fì dicto, non porria stare, perché è vechio et non ben sano. Il perché, intenduto il caso et il bisogno suo, vi confortiamo et pregamo non gli lassati fare molestia alchuna, certificandovi che ogni bono tractamento serà facto a luy lo reputaremo facto ad noy medesimi. Aparechiati ali ben piaceri vostri. Cremone, xx iulii 1451.
Cichus.
In simili continentia domino Hestorri de Faventia, et cetera.