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1193. Francesco Sforza a Francesco Corsico 1452 ottobre 3 "apud Lenum".

Francesco Sforza si dice soddisfatto delle risposte date da Francesco Corsico al famiglio del conte Giacomo Piccinino e a Guido Rangone. Alla richiesta di schioppetteri e di balestrieri, il duca replica a Corsico rassicurandolo che invierà il famiglio ducale Sasso con venticinque o trenta cavalli, Levo da Diano, oltre a Resegato e Piacentino con provvisionati, balestrieri, schioppetteri e fanti.

[ 289r] Francisco Corsico.
Havemo recevuto la toa lettera et inteso quanto ne hai scripto dele proferte qual te ha mandate ad fare el conte Iacomo Pizinino, per uno so fameglio, et cusì Guido Rangone, et le resposte qual tu glie hai facte. Al che, respondendo, te dicimo che hai facto bene ad advisarne et te ne comendiamo et ne sonno multo piaciute le resposte qual tu glie hai facte, et cusì se contentiamo de te et non mancho se confidamo dela fede tua che dela nostra medesima, certificandote che ancora tu poi altramente sperare in noi che in loro, perché te podimo fare deli doni et gratie assay più utile che non ponno loro, como è nostra intentione, et cusì vederay per effecto. Et perché tu ne rechedi iiii schiopitteri et iiii balestreri, te advisamo, como nui havimo per certo che li nemici glie degono venire ad fare demostratione assay et ad fare insulto ad quella terra, per il che te mandiamo lì Saxo, nostro fameglio, cum cavalli xxv o xxx et cusì Levo da Diano, presente exhibitore, et Resegato et lo Piasentino cum alcuni nostri altri provisionati, balestreri, schioppitteri et fanti quali te adiutarano secundo sarà il bisogno, il perché vogliamo li recepti dentro et cum loro te adiutarai ala defesa de quella nostra terra, ali quali tucti, proinde, volemo fate provedere de qualche vino per uso lor, advisandote che nui glie havimo provisto de victualie per tre dì. Per la qual cosa te adconfortiamo virilmente ad attendere alla cura de quella nostra terra, como siamo certi faray. Al predicto Levo havemo commesse alchune cose, como tu intenderai da lui, pertanto voliamo glie credi quanto ad nuy medesimi et perché sappi questo essere de nostra mente, havimo sottoscripta la presente de nostra propria mano. Apud Lenum, iii octobris 1452.
Bonifatius.
Duplicata die suprascripto.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.