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1364. Francesco Sforza a Troylo Arcamono 1452 ottobre 21 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive a Troylo Arcamono, codottiero ducale e a Simone da Spoleto, commissario di Manerbio, di essere stato informato della scorreria fatta lì dai nemici e di quanto hanno preso. Crede che tutto sia avvenuto all'insaputa di Venezia; comunque ha scritto ai provveditori e capitani del campo e ai rettori di Brescia. Si dice certo che tutto, persone e cose, verrà restituito. Per il resto, vuole che vengano ultimati i lavori da lui ordinati, che dovevano essere finiti nella giornata d'oggi. Li sollecita a far fare subito le catene e i ponti. Li informa di aver mandato il filo richiesto per le balestre.

[ 322r] Strenuo et nobilibus viris Troylo Archamono, armorum et cetera, et ser Simoni de Spoleto, commissario Manerbii, nostris dilectis in Manerbio.
Havimo recevuta la vostra littera et inteso quanto ne haveti scripto dela correria che hano facto a quella nostra terra li nimici et dela prexa che hanno facto. Al che, respondendo, vi dicimo che molto ne dolemo perché l'hanno facto contra el dovere et contra la fede et promessa loro, ma niente se ne maravigliamo, perché ne pare cognoscere che hano messo l'honore suo poxo le spalle et niente se fano caso dela vergogna. Pur, perché credimo che questo manchamento l'habiano facto senza saputa né voluntate dela signoria per providere ala indemnitate de quelli nostri homini, vi avisamo, como havimo scripto opportunamente ali proveditori et capitanei del campo et ali rectori de Bressa, et rendemosi certi che, per non patire tanta loro vergogna, faranno restituire ogni cosa, bestiami, prexoni et robba tolta, siché ad nuy pare che li debiati mandare qualcuno de quelli homini con la notta de tucti li damni dati ad fare instantia et ad solicitare che gli siano restituite le soe cose et che gli siano observate le promesse et li salviconducti a loro concessi. Et, deinde, confortariti li dicti homini ad vivere alegramente et darsi de bona voglia et stare animosi ala defensione loro, benché non passerà troppo tempo che nuy andarimo in luoco che li farimo smenticare Manerbio.
A margine: Ut mittatur aliquis ad querendam restitutionem denarii eis dati per hostes sub fide salviconductus.
Ceterum volimo che cum ogni solicitudine fazati expedire quello lavorerio che nuy havimo ordinato, quale, secundo l'ordine nostro, credimo che hogi debia essere fornito, et si non hogi, almancho domane per tucto el dì, siché non li perdeti tempo alcuno. Insuper dicimo che debiati far fare le cathene et li ponti subito, como havimo ordinato, in modo che li ponti si possino levare. Preterea se accadesse che li nimici ritornassero là, che non crediamo, et vi bisognasse cosa alcuna, volemo che subito ne avisati. Vi havimo mandato alcune gavete de fillo per fare corde a balestre secundo che ne haveti rechiesto. Se altro vi bisogna, avisatine, et cossì dela receptione de questa et de tucte le cose predicte. Ex castris apud Calvisanum, xxi octobris 1452.
Bonifacius.
Cichus.
A margine: Pro expeditione forteligiorum.